In copertina una chitarra -con immancabile distorsore- messa in piedi accanto ad un amplificatore. Immagine di un rock del genere “attacca la spina e suona” di cui oggi si registra una evidente rinascita non so quanto vera o pilotata dal mercato. Scordatevi comunque ogni suggestione alla White Stripes o alla Strokes nonostante vengano citati nei credits di questo secondo disco dell’energico terzetto tedesco. Klaus Grabke (eccellente skateboarder due volte campione europeo) a suo agio nella doppia veste di chitarrista e cantante tira le fila di un progetto che potrebbe diventare serio. Ma quanto serio? Le referenze di mr. Grabke, ex Thumb, sono di tutto rispetto: tre album alle spalle (e un quarto “Rock On” risalente al duemila che sarebbe il primo degli Alternative) accompagnati da tour americani e apparizioni a rassegne importanti (cito solo Dynamo, Roskilde, Bizzarre, Reading e Rock am Ring) che dovrebbero garantire l’ascoltatore. In effetti sembra di essere su di una giostra che non vuole fermarsi mai e la testa gira vorticosamente. Qui si svaria in tutte le direzioni occhieggiando sputtanatamente a Marilyn Manson (con la titletrack uguale a “Rock is dead”), Placebo (“Emotions”) e al mito Nirvana (“I’m Free”). Lungo i quarantuno minuti riuscite a trovare anche tracce di amabile pop-punk (“Rubberball”) e qualche episodio promiscuo (“Love So Strong”) oppure il duetto con Ingo Knollmann dei Donots su “I Get Around”) che rimane, a mio avviso, la cosa migliore del disco. Puro divertimento
Autore: Antonio Mercurio