Il quartetto italiano Piano for Airport, formato da Stefano Bernardini (piano, voce), Marco Reda (batteria), Lorenzo Lupi (chitarra, voce) e Massimo Pastore (basso, drum machine) aderisce perfettamente ad una certa sensibilità rock britannica moderna, che tra gli anno 90 e gli anni zero ha definito uno nuovo canone musicale giovanile e non solo, adatto all’epoca moderna in cui la tecnologia è imprescindibile, le comunicazioni viaggiano ad alta velocità, ma l’individuo non è comunque appagato, anzi spesso ne esce più isolato e costernato di prima.
I Radiohead, i Coldplay e i Lali Puna sono stati i gruppi che hanno alimentato quest’analisi lucida e romantica, con il contributo del synth, ed i Piano for Airport in questo lavoro autoprodotto intitolato Another Sunday on Saturn ci presentano 10 canzoni mediamente di discreto livello, proprio in quello stile, non particolarmente derivative anzi abbastanza personali – potevano magari evitare lo sfacciato intro androide di ‘Y-el’, per altro unico brano debole del lavoro – che potrebbero destare l’attenzione delle etichette indipendenti italiane e non solo, grazie anche alla presenza di un paio di episodi che si elevano sugli altri: ‘Monkey Theorem‘ è un singolo fenomenale e farebbe molto comodo a Damon Albarn o Ian Brown o Pete Doherty per lanciare uno dei loro dischi milionari, e poi ‘Overturn the Lap’ con una bella melodia nel ritornello, o la placida ‘Ghosts and Pillows’ che d’improvviso s’impenna.
Maggiore qualità ovviamente anche nella produzione e nel missaggio, rispetto al demo che recensimmo l’anno scorso www.freakout-online.com/demo.aspx?iddemo=1070 fanno di questo disco un prodotto davvero apprezzabile, e una nota di merito anche alla bella copertina disegnata fronte retro.
Autore: Fausto Turi