L’eclissi rappresentata nella copertina di questo terzo lavoro dei cagliaritani Punkillonis è inquietante tanto quanto il pianeta che si schianterà sulla terra nel film e di Lars Von Trier “Melancholia”. Tuttavia, questo disco ha poco di malinconico, ma è un bello schiaffo in faccia al perbenismo e a chi si sente protetto e sicuro.
Erano anni che aspettavo un disco italiano con questa irruenza punk e questo sarcasmo. Finalmente è arrivato!
Il punk distopico e postmoderno del gruppo sardo attinge tanto dal hardcore e dalla new italiana, ereditando molto dal patrimonio dei CCCP quanto dal cantautorato. In “Eclissi” sono contemplate queste due anime dei sardi: punk e cantautorato, stili ben bilanciati che vengono tenuti separati ma a volte anche intrecciati. L’alternanza di questi stili è resa in modo intelligente come fecero i Bad Brains in “Rock for light”, disco sospeso tra hc e reggae. Tra temi sociali, ironia e sarcasmo i Punkillonis trattano importanti e fondamentali temi sociali quali il nucleare, la droga, la precarietà, il dominio delle banche. Tutti temi che in mano ad altri gruppi sono trattati in modo banale mentre loro no, al contrario, riescono ad essere efficaci e penetranti grazie ad un sound creato attorno ai testi, plasmabile e, quando necessario, con cambi di registro stilistico che permettono all’ascoltatore di porre maggiormente attenzione a certe frasi penetranti.
In sedici brani e poco meno di quaranta minuti i Punkillonis se la prendono con tutti e non risparmiano nessuno dalla presunzione degli occidentali (Sono occidentale), al sarcasmo di matrice Skiantos di “Progetto droga”, non nascondendo un approccio straight edge, all’incapacità delle giovani generazioni di ribellarsi ad un sistema che li sta annichilendo (Falci e martelli), alla dittatura mondiale ed inarrestabile del liberismo (Ci prendono per il culo), ai perversi tentativi di legittimazione della bontà del nucleare (Favorisca il nucleare), fino alla tristezza che fanno certi artisti disposti a suonare ovunque, pur di raggiungere il successo (Dove gira il vento). Per il sottoscritto “Eclissi” è il disco italiano dell’anno.
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autore: Vittorio Lannutti