Rudi Protrudi, l’ultimo ‘zombie’ contemporaneo del sixties-garage ci riprova: dopo l’ottimo e.p. ‘Help, Murder, Police’ uscito per la Misty Lane dell’indispensabile Massimo Dal Pozzo, quando disperavamo ormai un lavoro più sostanzioso eccoci capitare tra capo e collo quasi un’ora di nuovo materiale inedito.
Salt For Zombies esce per la nuova etichetta di Rudi Protrudi, la Sin Records, di stanza a Tujunga, California e l’eloquente ambiguo riferimento alla storica etichetta di Memphis che segnò la nascita del rock&roll è sin troppo esplicito.
Stampato nel 2003 su cd riacquista in attualità perché riproposto su vinile dall’instancabile etichetta romana Teen Sound in questo dicembre 2004 in confezione lussuriosa e con un brano in più.
Chi s’accosterà prevenuto a Salt for Zombies per avere la riprova dell’inutilità e della scontatezza del garage-revival dovrà ricredersi: quando dietro il rock c’è passione e convinzione cade la ricerca delle novità a tutti i costi e nella maggior parte dei tredici brani di Salt For Zombies è proprio questo che succede.
In episodi come My Brother The Man, Johnson In A Headlock, Black Lightning Light, Face Of Time si respira a pieni polmoni irruenza esecutiva e ‘sinistra’ psichedelia che testimoniano dell’ottimo stato ispirativo di Rudi Protrudi e dei suoi Fuzztones: certo, seriali rimandi alle atmosfere paludose ed opprimenti di Lysergic Emanations non mancano, soprattutto in Face Of Time e nella lunga, sospesa, ipnotica Black Lightning Light ma nella disperata Be Forewarened , This Sinister Urge e What Ever Happened To Baby Jesus? Rudi dimostra di essere maturato ulteriormente dal punto di vista espressivo e riesce ad essere incisivo come poche volte in passato.
Musicalmente si nota in alcuni episodi un avvicinamento notevole a certe tipiche atmosfere doorsiane, soprattutto per merito delle tastiere ‘vintage’ di Deb O’Nair: come negare che l’inizio di This Sinister Urge è pari pari quello di Light My Fire o che il mood decadente di Hallucination Generation, A Wristwatch Band e Get Naked ci riportano al Jim Morrison & The Doors delle ballate melliflue e perversamente psichedeliche?
Anche il chitarrista Batlord pare a volte voler rievocare ( A Wristwatch Band) il fraseggio serpentino ed insinuante di Robbie Krieger ; in altri frangenti appare aggressivo come Dio comanda ed in generale ben bilanciato con i cromatismi di Deb O’Nair.
Ad onor del vero un paio di cosucce così così ci sono, Idol Chatter e Group Grope,
ma sono offuscate dalla stupenda resa rallentata del classico Don’t Blow Your Mind e dalla lunga, sofferta, torturata What Ever Happened To Baby Jesus?, alla fine della quale ti vien voglia di ricominciare, sin dall’inizio sfacciatamente I Had Too Much To Dream / Electric Prunes della memorabile My Brother The Man ( eh sì Rudi….la tradizione prima di tutto !) .
Autore: Pasquale Boffoli