Noretro e il suo primogenito album Vortice è l’incrocio di cinque strade, il punto d’incontro di un complesso svariato di influenze. L’Ep è il primo risultato discografico di questa giovane formazione alternative rock. Un mix di sensazioni musicali – dal violino all’elettronica più sperimentale – che hanno l’obiettivo di raggiungere più coordinate possibili e di creare una suggestione di molteplicità sonore.
L’Ep è composto da cinque brani che ambiscono a creare una sensazione vorticosa capace di risucchiare ed estraniare. Una volta dentro non si è più gli stessi. Il susseguirsi delle tracce è la rappresentazione de “i passaggi di stato della materia, dal solido all’aeriforme”. Svariati e differenti anche gli argomenti trattati: amori tormentati, abusi sessuali da parte di una figura ecclesiastica (Trinità) e le strane vicissitudini di un insolito Pinocchio di Collodi (Rubro Mar).
Vortice è la prima traccia, da cui emblematicamente prende il titolo l’intero lavoro, e in cui si avverte un senso tribale ed etnico. Le chitarre padroneggiano l’area e il violino rende più fluido questo impazzire di sonorità che si manifestano tuttavia in maniere omogenea. Una voce tormentata racconta di un amore infranto – “che importa se nel vortice delle tue idee ci sono io e non ci sei te”-, di un senso di vita scomposto e disordinato che sembra non portare a nulla se non ad un vortice di emozioni -“Non senti quel rumore che ti schianta, che ti sfiora che ti scuce, che ti stona”.
Degno di nota è anche l’ultimo brano Annur. Unisce in maniera eccezionale acustica ed elettronica, è l’unico testo scritto in napoletano e dà a quest’ultima traccia una dimensione estremamente intima, che consente di concludere in maniera catartica il percorso di “Vortice”.
L’alternative rock si fonde con altre influenze musicali e pare ottenga un dignitoso risultato. I Noretro seppur giovani mostrano con una certa caparbietà la loro voglia di osare e sperimentare.
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autore: GianDino Daino