Pesantemente condizionato dalla formazione classica e di ricerca conseguita negli anni presso il conservatorio di Edimburgo, la Royal Academy di Londra ed i corsi del maestro Luciano Berio in Italia e dalla esperienza maturata da esecutore di opere di alcuni tra i maggiori contemporanei: Reich, Arvo Prat, Glass, Eno, la seconda realizzazione del musicista tedesco Max Richter, curata dall’etichetta inglese Fat Cat per questa nuova serie di uscite nell’ambito della musica colta e d’avanguardia, non si contraddistingue particolarmente per originalità ne’ per i complementi utilizzati. Partendo dal reading da cui prende le mosse tutta l’operazione, con la voce dell’attrice shakesperiana Tilda Swinton che interpreta brani tradotti dal testo di Kafka “ The Blue Octavo Notebooks” da cui trae ispirazione lo stesso titolo dell’album, sostenuti nell’andamento dalle melodie composte al pianoforte dallo stesso autore con la partecipazione di un piccolo ensamble di collaboratori ai violini, viola e violoncello.
Tutte le composizioni risentono del clima di riflessione e di introspezione evocato dalle letture, brano per brano, della Swinton suggestionate dall’uso di piccole architetture elettroniche catturate nell’ambiente e processate, collocandone l’ascolto verso frequenze pericolosamente rallentate fin quasi ad azzerarne la percezione. E questo non ne produce certo un vantaggio, se talvolta ci si vede costretti ad invocarne l’accellerazione o il giusto epilogo, almeno per coglierne il senso giusto e l’esatta sostanza, senza doverne rincorrere i fantasmi dei compositori di cui si diceva in apertura.
Autore: g.ancora