C’è una targa alla memoria di Jason Molina fuori agli uffici dell’etichetta discografica Secretly Canadian, a Bloomington. E a sette anni dalla scomparsa del musicista americano, avvenuta all’età di 39 anni per i danni dell’alcolismo, è prima di tutto un’altro omaggio a lui, ed agli appassionati della sua musica, questo lavoro postumo composto da 9 brani per una durata di 26 minuti, registrato in solitaria nel 2008 da Molina nel suo periodo londinese, dove si era trasferito accantonando per un po’ i Magnolia Electric Co, fondati dopo la fine dei Songs:Ohia.
Per quanto i due gruppi fossero in sostanza sue estensioni, con lui a dirigerne le sorti quale unico titolare e componente fisso – dunque in qualche modo fasi diverse di un unico progetto solista che va dal 1995 fino alla sua morte – da un certo punto in poi della sua attività artistica è proprio in solitaria che Molina iniziò a toccare vette di lirismo sbalorditive, riducendo all’essenziale i suoni, rallentando e mettendo in evidenza la voce profonda che in alcuni momenti sembra invocare vicinanza umana , un braccio teso, un sostegno.
E tuttavia, a dispetto del minimalismo, Eight Gates mostra molta cura nella produzione ed anche varietà nei suoni – si passa dal brano mite e confidenziale con chitarra acustica e voce al lamento di forte atmosfera per voce violoncello e tastiere su fondali di suoni bassi e cupi, con ricorso minimale, spettrale, alla chitarra elettrica, e talvolta anche percussioni (‘Shadow Answers the Wall’, molto molto in stile The Cure) – mentre con riguardo ai testi poetici, essi spalancano uno sguardo cosmico, trascendentale sul senso dell’esistenza, della piccolezza delle vicende umane, e sulla necessità di scendere a patti con l’impossibilità di una comprensione completa; e questo con sguardo lucido, di chi non vuole indorare inutilmente una canzone, ma anche con profonda compassione verso l’essere umano, senza menate morali.
L’ottavo cancello del titolo fa riferimento ai sette accessi all’antica città di Londra, cui Molina aggiunge dunque il proprio personale, ideale varco della mente per giungere alla città, mentre per comprendere anche il clima esistenziale in cui le canzoni furono scritte va raccontato che il cantautore americano, a quanto pare ipocondriaco, proprio in Italia, in tournèe, era stato da poco morso da un ragno a suo giudizio velenoso, episodio che lo aveva sottoposto ad un forte stress a dispetto delle rassicurazioni dei medici. Molina, in una convalescenza solitaria, compose così
Eight Gates, contenente soprattutto due brani di bellezza cristallina: ‘Thistle Blue’ e ‘Shadow Answers the Wall’ che ci si chiede come mai non fossero stati pubblicati negli ultimi anni di vita di Jason Molina, e che vanno ora a costituirne una sorta di testamento poetico, per un grande artista che purtroppo ci ha lasciato troppo presto.
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autore: Fausto Turi