Sam Beam, meglio conosciuto come Iron&Wine, e i Calexico avrebbero dovuto collaborare già ai tempi del primo disco di Beam, “The creek drank the cradle”. I Calexico sarebbero dovuti essere la “backing band” di Beam, ma poi non se ne fece niente, e il disco di Iron & Wine uscì spoglio e scarno, con i brani registrati in versione demo, che vennero utilizzati senza alcuna modifica nella pubblicazione definitiva del cd.
Quattro anni dopo, le strade di Beam e dei Calexico si sono incrociate di nuovo. Il primo nel frattempo è diventato uno dei più apprezzati folk-singer in circolazione (grazie soprattutto ad un disco fantastico come “Our endless numbered days”), i secondi – già piuttosto popolari – si sono imposti anche sul mercato con il fortunato “Feast of wire”. Il risultato di questo incontro è un affascinante mini cd, intitolato “In the reins”.
Sette brani inediti, tutti scritti da Sam Beam, suonati all togheter da Calexico e Iron&Wine.
Due sensibilità, due personalità e due modi di intendere la musica affini, ma dall’identità ben delineata. Due linguaggi sonori compatibili ma non perfettamente sovrapponibili. Due storie che s’incontrano a metà strada.
La policromia sonora dei Calexico dona alle canzoni scritte da Iron & Wine un respiro inedito. E’ come se Joey Burns e John Convertino fossero entrati nella stanza buia di Sam Beam e avessero spalancato tutte le finestre, inondando la sua musica di luce e aria. L’approccio introspettivo del barbuto songwriter si sposa in maniera (inaspettatamente?) naturale – e con risultati a dir poco eccellenti – con la fantasia ritmica, le inflessioni mariachi (qui comunque “tenute a bada”), le atmosfere da blues di frontiera dei Calexico. Una piccola gemma da non farsi sfuggire.
Autore: Daniele Lama – daniele@freakout-online.com