“Fist of God” è il secondo disco in studio dei MSTRKRFT. Da quando la techno è stata sdoganata in ambienti fino a pochi anni fa impensabili e paradossalmente nell’era della crisi dell’album a favore d’improbabili playlist, anche Dj/producers oggi possono vantarsi di una vera discografia ed essere di conseguenza riconosciuti con lo status di “star”. Forse il difetto di questo duo è proprio che il successo, aldilà dei numerosi remix, è arrivato prematuramente e i tentativi di estraneità al trend, per adesso restano solo chiacchiericcio da intervista. Nel frattempo Jesse F. Keeler e Al-P, nonostante un passato e una concezione di estrazione punk, hanno facce, linguaggio e sound che sono riconducibili a una scena electro-dance, nel frattempo battezzata anche Nu-Rave, trasversale alla nazionalità e assorbita in un sound globale e seriale, che poco si differenzia all’interno di una lungo elenco di nomi che indossano lo stesso modello di occhiali da sole, righe di lato e baffetti che involontariamente ricordano Moroder, anche se il friulano Giorgio è diventato affascinante solo in vecchiaia. La critica più aspra è da intendersi nel sound. “Fist of God” è un bel disco a tutti gli effetti, sebbene in qualche caso un po’ disordinato e ridondante. Se però un buontempone volesse fare uno scherzo e sostituire sulla copertina il nome MSTRKRFT con qualcun altro, non so in quanti individuerebbero la paternità dei brani. Vi sono molti ospiti presenti in “Fist of God”, soprattutto per riempire i vuoti melodici di rigide e spigolose strutture di synth compatti o acidi e colmati dalle voci di John Legend, N.O.R.E., E-40, Ghostface Killah tra gli altri, all’insegna di un meltin’pot hip-hop house/techno. Molto bello il singolo “1000 Cigarettes” dall’aria vagamente “Megaloman”, fa molto sigla serie TV di supereroi giapponesi.
Autore: Luigi Ferrara