Passano alla Sub Pop dopo l’esordio omonimo per la microscopica etichetta Caldo Verde, gli americani Retribution Gospel Choir, ed ecco il loro secondo disco intitolato laconicamente “2”, e la band, formata da Alan Sparhawk (chitarra, voce), Steve Garrington (basso) ed Eric Pollard (batteria e voce), può aspirare ad un salto di scala distributivo, ora, con un’etichetta prestigiosa.
Alan Sparhawk e Steve Garrington sono in effetti componenti anche dei quieti, intellettuali e morbidamente psichedelici Low, ma nei RGC si dedicano ad un hard blues psichedelico fatto di strappi improvvisi di ritmo e anche di volume; dunque passaggi da toni indie rock soffusi, anche acustici, con voci filtrate in lontananza, fino a grandiosi riff proto stoner, con dinamiche che ricordano i Procol Harum (tipicamente in ‘Workin’ Hard’), i Grateful Dead, Johhny Winter, ma anche i compagni d’etichetta Blitzen Trapper (in ‘Hide it Away’, ad esempio), e poi contemporanei più rocciosi come Wolfmother (‘White Wolf’) e Year Long Disaster.
E non si tratta soltanto di un divertimento parallelo ai Low, per i protagonisti, ma di un progetto serio, poichè il trio si impegna da due anni in lunghi tour – sono stati l’Estate scorsa anche in Europa: al Primavera Sound in Spagna, e all’All Tomorrow’s Parties nel Regno Unito – ed è ora ripartito per promuovere quest’album, e a Marzo 2010 visiterà nuovamente l’Europa, malgrado per adesso non siano previste date italiane.
‘Poor Man’s Daughter’ e ‘Your Bird’ sono i brani che soprattutto impressionano, in questo disco: definiscono infatti, in maniera esemplare, l’impatto hard del terzetto, e le visioni blues più suggestive; ma anche il retro rock ‘Something’s Going on’, col drumming possente e marziale, pinkfloydiano, di Eric Pollard, a portare il brano sulle spalle. Notevole conferma per una band lanciata direttamente tra i grandi nomi del rock.
Autore: Fausto Turi