Gli HRA sono un trio che si è formato sei anni fa e ha alle spalle già un demo ed un altro cd (“Isolation bus blues”). “Hra 666” è uscito, purtroppo soltanto in vinile, ma è scaricabile sul loro sito: www.hirocksound.net, cosa che consiglio vivamente a tutti gli appassionati di hardcore, punk-blues, math e noise. Il trio (Vincent Filosa, Ndriù Marziano e Toni Cutrone, i primi due alla voce e alle chitarra ed il terzo alla batteria), nonostante non ci tengono a non essere identificati, miscelano i generi su citati, cambiando spesso registro stilistico all’interno dei brani, come in “Spontex” che parte con le chitarre circolari tanto care a Steve Albini, per poi dare potenza al brano con un noise, che caratterizza diversi fraseggi di chitarra o nella più che confusa “Washington by airplane” dove partono con le geometrie fugaziane, per passare ad un mix di hardcore, math e noise. La loro attitudine ha permesso loro di aprire i concerti per gruppi come Old Time Relijun, Oneida, Us Maple ed altri e di fare amicizia con Motorama, R.U.N.I., Spriggan e Zu, oltre ad altri ancora. Il sassofonista di questi ultimi, Luca Mai ha dato il suo contributo nell’unico testo in italiano “Che mucchio di cazzate” e nel free jazz rarefatto, melodico e sperimentale di “See, you, goodbye Johnny!”. Un nuovo modo di intendere il crossover.
Autore: Vittorio Lannutti
http://www.myspace.com/hiroshimarocksaround