Come realizzare un disco dall’ascolto modernissimo maneggiando sapientemente le corde mnemoniche e lontane del country, bluegrass, e le polveri di corral a stelle e strisce? Non si sa d’impatto, ma fatto sta che il cosentino Aldo D’Orrico in arte Al The Coordinator lo fa, lo gestisce maestosamente e lo da in pasto alle masse come un miracolo laico che redime moltissime orecchie in secca.
Il punto in questione è questo suo esordio, Join the coordinator, un girovagare caracollante di chitarra e America di provincia, immaginiamo un ronzino, un calesse e l’ombra di un uomo solitario che “canta” alla luna del Mid West trasognato, innamorato, disilluso e ricco di vissuto. Otto inediti, due traditional Salt Creek, Work on a building e una bella rilettura di Girl from the north country del sommo Dylan, tracce sbavate e mid acustiche che tra banjo, hammond, pedal steel guitar e l’armonia di un Wurlitzer fanno risacca a dilatano il plesso solare a scoppiare.
Storie, fantasmi, miraggi ed esistenze loner sono il netto della tracklist, il macramè di arpeggi Golden (Or life on your own) , gli open chord che striano Mist o il barcollare drunken di Really cares about, tutte scaglie di bellezza che fanno innamorare. Esordio di lusso!
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autore: Max Sannella