Floppy è il nome del progetto solista del musicista ungherese Andràs Kàtai, uno degli artisti di punta della label di Francoforte Kugk Musique – Beat Concrète. Dopo due precedenti e convincenti prove, “High Density” e “Fittentick”, contestuali alla collaborazione con Taureau – alias l’austriaco Kurt Kreft – per Andràs è arrivata finalmente la possibilità di farsi conoscere al grande pubblico e lasciar esplodere la sua grande creatività sfociata in tre release in soli due mesi: “µ” prodotto dagli spagnoli della Testing Ground in cooperazione con la Kugk, ma soprattutto nel corrente anno, vengono alla luce “First-out-and mistakes” e “Q” rispettivamente in aprile e maggio, entrambe sotto protezione Kugk Musique.
In “First-out-and mistakes”, Floppy lascia ampio spazio a melodie capaci di viaggiare su mix dei più svariati sampler appoggiati su ottime sezioni ritmiche, spesso rigide, poi toniche ma principalmente tecniche, frutto d’elaborati processi: in apertura segnalo due brani gioviali come “Nippon” e “FXmas” che molto mi fanno richiamare alla memoria un noto duo di Dusseldorf, soprattutto per la pluralità di stili e procedure d’approccio all’elettronica in generale, che però entra ed esce dal paradiso del pop, sempre a stretto contatto con l’energia techno. In “First-out-and mistakes”, Floppy, piazza tracce dalle soffici melodie seguite immediatamente da altri brani in puro indirizzo “technone”, di quella un po’ greggia, che grazie al cielo, poco intacca la linea globale del disco. In totale quattordici tracce, più di un’ora di musica che raccoglie un po’ nella sostanza l’electro degli ultimi dieci anni e l’esempio classico è manifestato in “Sorrow”.
“Q” presenta invece un aspetto lievemente più spostato in direzione “techno da stanza” (questa veramente mi piace!), che segue il percorso lineare che molto spesso ha intrecciato, con questa sequenza: techno – pop – technopop, dall’impostazione di base non lontana dalla classica dance e dove i campioni ricostruiscono una strumentazione varia che progressivamente si adegua ai beats dai modesti bpm, mi viene da suggerire di alzare il volume così da aumentare e maggiorare l’indice di gradimento d’ascolto di effetti, filtri noisy e quant’altro. Quello che mi stupisce soprattutto sia in “First-out-and mistakes” sia in “Q” è l’abilità dell’autore, che indovina la maggior parte dei brani creando due buoni lavori sorretti dalla somma e spesso dalla fusione di ambient, industrial e dance ossessiva ed ipnotica, tutto orientato verso la classica electro!
Autore: Luigi Ferrara