Dici “California” e il pensiero subito corre ai Beach Boys o (capiterà ai più giovani, suppongo) ai gruppuscoli ska-punk che sfoggiano pettorali da competizione e scarpette Vans. Dici “California” e pensi, comunque, a cose come la “scintillante Hollywood”, a spiagge lunghissime e alle fantasmagoriche ville dei vips di Beverly Hills. Niente di tutto ciò nel nuovo disco di Perry Blake, la cui California è tutt’al più un’immagine sbiadita vista da un’auto in corsa (quella della copertina, ad esempio), o comunque un luogo immaginario dove (ri)trovare la serenità (“…Maybe go to California, where it’s warm / Get some work, I can see / You and I breaking waves / In the sunshine…”).
Di solarità manco a parlarne, che Blake – per chi non lo conoscesse – è uno di quei cantautori “ombrosi”, amanti delle atmosfere soffuse, ovattate: luci di candela e una voce che sa farsi profonda e subito dopo leggerissima (Blake ama il falsetto, e lo dimostra spesso e volentieri).
Prodotto assieme all’artista italiano Marco Sabiu, il nuovo disco del cantautore Irlandese è una raccolta di stilose canzoni di “adult-oriented-pop”, raffinate, impeccabili, ma forse fin troppo levigate. Un disco maturo si, godibile e affascinante, certo, ma dove la spasmodica ricerca formale rischia di far passare in secondo piano i contenuti “profondi” delle composizioni che, tanto belle quanto innocue, sfilano in passerella come modelle annoiate. Da contemplare, da applaudire, ma senza scomporsi troppo.
Autore: Daniele Lama