autore: Vittorio Lannutti
Con “Modern” gli Airportmen planano nel teatro. I cuneesi sono diventati un collettivo teatrale nel quale fanno parte, oltre ai membri originali, anche Giacomo Oro e quel Stefano Giaccone (uno dei fondatori dei Franti ed ex Kina) che aveva già collaborato con i piemontesi in “The road”.
“Modern” è un progetto multimediale completo, perché oltre al cd e alla performance teatrale, comprende anche un dvd. Il lavoro comprende nove brani recitati e cantati, il cui tema portante è l’incertezza dell’uomo contemporaneo che elegge a luogo simbolo l’aeroporto con la sua mobilità e precarietà di vita. I brani sono sia recitati che cantati, dotati di una profonda introspezione esistenziale e spesso malinconici (“Il taccuino”).
La collaborazione con Giaccone non è casuale, sia perché tra il gruppo e questi si è cementata un’amicizia, sia perché la scaletta prevede tre brani emblematici dei Franti. Si tratta di “Acqua di luna”, resa calda e avvolgente, la storica e ancora attuale “No future”, valorizzata nella sua parte cantautorale, con il punk che emerge soltanto nella scheggia finale perché il cantato viene accompagnato prevalentemente da un pianoforte greve.
Il terzo brano dell’ex collettivo torinese è “L’uomo sul balcone di Beckett”, molto particolareggiata soprattutto nei suoni che costeggiano il pianoforte. “Modern” è un lavoro crepuscolare, in cerca di un domani migliore che dimostra la consapevolezza rispetto a un modello sociale che sta terminando; proprio per questo c’è molta incertezza, come spesso accade quando si transita negli aeroporti.
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