Non saprei se siano le solite pippe da scribbachino musical-indipendentista ma ho spesso avuto delle difficoltà nel intravedere delle potenzialità, in quegli artisti italiani, dal presunto respiro internazionale. Nel giro di pochi mesi, al contrario, sono stato folgorato da almeno un paio di “nuove” leve, viste all’opera dal vivo e che in questo ambito agiscono: i Franklin Delano e GoodMorning Boy. Proprio quest’ultimo, alias Marco Iacampo, ha da poco pubblicato il suo secondo cd “Hamletmachine”.
Sebbene forse la dimensione live sia, a mio modesto parere, quella in cui il nostro, per ora, da ancora il meglio di se, devo ammettere che questa sua seconda opera lascia tutt’altro che indifferenti. Sarebbe delittuoso, infatti, far passare sotto silenzio un album così ben realizzato.
Soprattutto perché, a differenza del suo omonimo esordio, qui vi è un’urgenza espressiva che colpisce il segno. Merito di una serie di ballate elettro-acustiche, asciutte e meditabonde, che esaltano al meglio i tormenti interiori (espressi in un ottimo inglese) del loro autore e dei suoi eccellenti collaboratori (Giovanni Ferrario in primis). In considerazione di quest’ottimo equilibrio fra forma e sostanza, non mi meraviglierei se Marco riuscisse ad aprirsi qualche porta oltre i patri confini (a quanto pare, in Germania, ciò già sta accadendo). Quindi, se il buongiorno si vede dal…ragazzo, le premesse ci sono tutte.
Autore: LucaMauro Assante