Veterani della scena underground, in attività dalla fine degli anni Ottanta (anche se con qualche periodo di pausa creativa), i pisani Strange Flowers sono da tempo la punta di diamante della neopsichedelia italiana. Dal 2004, anno d’uscita di “Across The River And Through The Trees”, la loro traiettoria discografica e concertistica è stata costante: la band ha messo in fila un disco dopo l’altro, un tour dopo l’altro, senza soluzione di continuità. Cambiata etichetta nel 2009 e approdata agli accoglienti lidi della Go Down, la formazione toscana ha subito realizzato un nuovo lavoro. Un disco la cui bellezza visionaria fa il paio con le prove realizzate in precedenza. Per “Vagina Mother”, questo il titolo del disco, gli Strange Flowers hanno voluto in cabina di regia Federico Guglielmi, tra i più apprezzati giornalisti musicali italiani e in passato discografico e produttore di alcune delle migliori band neoSixties tricolori (Not Moving, Sick Rose, Magic Potion, tanto per fare tre nomi). Il risultato di tale collaborazione è racchiuso nelle 12 tracce (più due bonus) di questo disco. Che si apre con una “Intro” raga-rock pronta a cedere il passo all’incedere lisergico di “Blue Mothers”. “Powder Tears” è un episodio che mette in luce la quieta vena nostalgica degli Strange Flowers, mentre “Underneath Electric Wires”, pur non disdegnando la caratteristica cifra melodica della band, si espande come un caleidoscopio. I primi sussulti ritmici arrivano con “The Followers Of Fame”, un episodio che colpisce nel segno sin dalla prime battute, e con l’irriconoscibile cover di “Hollywood” di Madonna. Tra i momenti più ispirati del disco si segnalano anche l’ipnotica “A Rose In Your Mouth”, da cui è stato tratto un video claustrofobico, e la ballata dai toni crepuscolari “Salvation”. “Seven Year Old Poets”, con tenui influenze barrettiane, e la visionaria “The Insect And The Fish” portano a compimento il percorso musicale di “Vagina Mother”. Un disco da ascoltare immersi in un gioco di luci e immagini, le stesse che la band offre nei suoi light-show dal vivo. In fondo al Cd troviamo poi due bonus track: “Polvere”, versione in italiano di “Powder Tears”, che si rivela un esperimento poco riuscito e che conferma l’inglese come l’idioma necessario ad accompagnare le malie degli Strange Flowers. E “The Naked Monk”, una bella ballata dai ritmi lenti e dai toni soffusi e sognanti.
Autore: Roberto Calabrò