Misterica Nada, all’anagrafe Nada Malanima: una signora del rock ammirata recentemente sul palco del concerto del primo maggio. Fa uno strano effetto pensare che sia proprio la stessa ragazzina che cantava la celebre “Ma che freddo fa” molti e molti anni addietro. Questo disco è personale, sulla falsariga del precedente “L’amore è fortissimo e il corpo no”, con in più un certo John Parish alla produzione, già maestro di cerimonie per Polly Jean Harvey.
La definizione dei suoni comprende spazi di chitarre distese su leggerezze di piano, vortici e distorsioni tenute a bada che gravitano intorno alla voce, ora cantilenante, ora evocativa e “femmina”. Non è forse tipicamente rock l’introduttiva “Chiedimi quello che vuoi”? E non risente dello spirito del profetico Ferretti l’impostazione vocale della seconda canzone, quella intensa e slabbrata “Asciuga le mie lacrime”? A proposito, qualcuno ha sentito la partecipazione della nostra al disco di Zamboni, “Sorella sconfitta”? Beh, la canzone si chiama “Miccia prende fuoco” ed è assolutamente viva.
Quando poi i recessi diventano urgenti, vengono fuori gli angoli bui di “Proprio tu”, scritta da Cesare Basile, alla chitarra in tutto il disco, o la fiera carnalità di “E ti aspettavo”, che non ha vergogna di sviscerarsi attraverso una voce nuda e sofferta.
“Senza un perché” dal canto suo è la definizione perfetta della musica Fm che vorrei, leggera e briosa, eppure rock.
Idem per “Piangere o no”, dove le ingenuità del testo sembrano estremamente funzionali alla necessità di trasmettersi negli spazi delle note, nel canto trascinato e coinvolto. “Tutto l’amore che mi manca” è dura confessione che s’incalza nel crescere costante, col refrain “Tu non sai niente di me” ripetuto, ossessivo, doloroso. “Classico”, scritta e cantata con Nada da un altro ospite eccellente, quell’Howie Gelb reduce dei Giant Sand, chiude il disco, prima della nervatura elettrica della ghost track.
Un disco che lascia al palo le varie eccitazioni di mercato riferite a certe presunte cantantesse, pieno di fantasmi, pieno d’anima. Malanima.
Autore: Alfonso Tramontano Guerritore