Inizia con Clouds Below e Phantom Light, cirazioni esplicite di Simon & Garfunkel, l’album tutto nuovo dei Poor Moon, esperimento nato circa un anno fa sulla scia di un EP, Illusion, voluto da Christian Wargo e Casey Wescott dei Fleet Foxes, unitisi per l’occasioone con i fratelli Ian e Peter Murray dei Christmas Cards.
Tutti pensavano a un caso isolato, a un side-project a se stante, e invece in un anno i quattro mettono insieme, sempre per Bella Union e Subpop Records, un piccolo cofanetto del country-folk contemporaneo.
Anche se il folk del terzo millennio proposto dai Poor Moon non sembra tanto un’innovazione del genere, quanto un tuffo integrale negli anni ’70.
Basta ascoltare per esempio Same Way o Birds: pianoforte suonato a singole note, melodia facile vagamente autunnale, cori e voci che persino nella post-produzione sonora vogliono di forza ricordare i bei tempi andati di Cathy’s Song o Sound of Silence.
Rispetto all’EP di un anno fa, Illusion, l’album completo non offre grosse variazioni di stile, ma semmai una maggiore completezza di sfumature e colori: Holiday, per esempio, ha un tono poppeggiante e solare, mentre Waiting For fa finalmente comparire qualche nota elettrica che richiama un sano rock and roll.
Addirittura nell’impianto complessivo la successiva Heaven’s Door cita il progressive, e dunque già sin qui l’ascoltatore nostalgico-collezionista può ritenersi soddisfatto: Poor Moon è un prodotto completo al servizio del revival anni ’70, e come tale sicuramente funziona.
Pulling me down torna al folk, mentre Bucky Pony, forse l’episodio più intenso e forte dell’album, porta con sé un’atmosfera indefinibile, che si muove fra i generi e fra le epoche, rimanendo quasi sospeso nel tempo, grazie al suo sound cristallino e potentemente melodico.
Completano, senza aggiungere troppe novità, Come Home e la bonus track Fortune.
Si conclude così un album nato da un progetto, e un progetto nato a sua volta, come i quattro protagonisti amano dire, dalla musica, quella che Wargo inviava via mail agli altri tre negli spazi di tempo concessi dalle registrazioni dei Fleet Foxes.
Un progetto dunque che sembra non avere un suo futuro indipendente, ma per ora stiamo a vedere.
Certo è che per il futuro i Poor Moon per volere qualcosa di più dalle loro creazioni devono innovare e non solo citare la musica a cui si ispirano.
Autore: Francesco Postiglione