Il primo dicembre 2007 Aphex Twin suonerà presso l’Ex Fiera di Roma.
Una leggenda nata ormai sedici anni fa: era infatti il 1991 quando, con un vinile dal titolo “Analogue Bubblebath”, Richard D. James compariva sulle scene. Da lì in avanti, nulla è stato più lo stesso. Quello stralunato ragazzo-prodigio della Cornovaglia che, a quanto pare, si programmava già allora da solo i software con cui creare suoni, ha poi infatti spostato in avanti i confini della musica elettronica come nessun altro, nell’arco della sua straordinaria carriera. Lo ha fatto principalmente col nome Aphex Twin – un alias universalmente riconosciuto (anzi: così riconoscibile da essere stato spesso sostituito da un semplice logo), ma lo ha fatto anche con una quantità inquietante di altri pseudonimi; ad oggi se ne contano una quindicina, ma continuano a crescere inquietantemente (l’ultimo che si è manifestato: The Tuss).
Del resto l’abitudine a spiazzare è innata in un personaggio dalla creatività unica, quasi oltraggiosa. Musicalmente, se i brani raccolti in “Selected Ambient Works 85-92” sono il primo apice della musica techno, dove la lezione dei pionieri di Detroit di fine anni ‘80 viene intrisa di psichedelia ed inquietudine obliqua, la seconda metà degli anni ’90 vede Aphex Twin diventare un’icona, per quanto sfuggente e per nulla rassicurante, anche per i più disattenti fruitori del pop mainstream di Mtv, grazie a brani sensazionali, sospesi tra pop e complessità digitale liquida e beffarda, come “Windowlicker” e “Come To Daddy” (accompagnati dagli stupefacenti video targati Chris Cunningham).
Ma poi ci sono anche continui richiami alla musica “colta”, ad Erik Satie e a John Cage, c’è un memorabile incontro/scontro con Karlheinz Stockhausen avvenuto sulle pagine della rivista The Wire, c’è una continua fuga nel mistero vista una discografia che è tanto torrenziale quanto irregolare e spiazzante (ultima impresa, a parte l’alias misterioso The Tuss: una serie di undici EP, usciti uno dietro l’altro, a nome “Analord”). Infine, ci sono anche bizzarri comportamenti personali; non tanto la refrattarietà alle interviste, quanto l’aver voluto acquistare un carro armato e un sottomarino russo giusto così, da tenere nel giardino di casa…
La leggenda però non sarebbe arrivata intatta fino ad oggi se di mezzo non ci fossero anche eccezionali (e rare) esibizioni dal vivo, sempre a metà tra il live set e il dj set, tutte preparate meticolosamente, dove la furia in chiave acid e techno viene con abilità unica mischiata ad altri generi musicali (la drum’n’bass in primis) ma anche ad un sense of humour di matrice quasi dadaista che le rende sempre eventi da ricordare, unici nel loro genere. La sua ultima apparizione italiana, a Torino, ha radunato qualcosa come 25.000 persone: basti questo a spiegare come il culto di Aphex Twin, il mostro sacro della “Intelligent Dance Music”, sia oggi più vivo che mai. Vederlo manifestarsi a Roma è una occasione assolutamente imperdibile.
Informazioni al pubblico
www.dnaconcerti.com – 06.47823484
Autore: red.
www.aphextwin.nu