Micah P. Hinson torna come generale dell’armata dei Musicisti dell’Apocalisse, non per fronteggiare una guerra s’intende, ma per creare e presentare il nono album studio: When I Shoot At You With Arrows, I Will Shoot To Destroy You, in uscita il prossimo 26 Ottobre.
Qualche settimana per la stesura dei brani e 24 ore per registrare, informazione verificata ma surreale tanto quanto l’intero album.
Rilassarsi è semplice ascoltando la voce di Hinson timbro caldo e leggero nella sua compostezza e semplicità. Testi profondi ma disillusi, questo album è un vero e proprio racconto di un viaggio terreno, accompagnato da chitarre, spesso di gusto bluesy, protagoniste nell’arco dell’album, come accade per i suoni quotidiani volti a evocare la vicina realtà.
Ascoltare questo decimo lavoro è un po’ come rivivere i momenti della propria giornata che si appresta ad iniziare, un leggero fischiettio, i consueti suoni mattinieri ed il cinguettio degli uccellini.
La melodiosa chitarra rompe la quiete, accompagnando il sorgere della nuova alba, imitando il movimento lento dell’innalzarsi del sole. Voce calda e atmosfera soffusa dell’aurora, questo è il preludio con I Am Looking For The Truth, Not a Knife in the Back. L’atmosfera sfiora un leggero rock’n roll con il secondo brano, una breve ballata, The sleep of the Damned, titolo che contrasta con l’allegria del brano. Il filone continua più leggero con Fuck Your Wisdom, toccante e leggera riflessione in cui la voce profonda di Hinson risuona nei pensieri più remoti dell’anima. Accompagnamento minimale, chitarra leggera e pochi dettagli che fanno emergere la “voce della coscienza”.
When I Shoot At You With Arrows, I Will Shoot To Destroy You , brano da cui prende nome lo stesso album…eh no non è il titolo di un film di Lina Wertmüller, ma il quarto brano, il più evocativo, cadenzato come una ninnananna, accompagnato da chitarre acquose e di tempra blues, che vanno a spegnersi come fiammelle e a fondersi al rumore scrosciante della pioggia.
Small Spaces è la lenta ripresa di energia dal gusto vintage che sfocia nella dolce My Blood Will Call Out To You From the Ground, semplice chitarra e voce che narra e riscalda.
L’ultimo brano è forse il più particolare, moderno, voci sovrapposte, chiacchiericcio e atmosfere nuvolose ed elettroniche, chitarra sempre in prima linea ma qui non da protagonista. Tanti suoni, tante voci come fossero i tanti pensieri che si affollano nella mente al temine della giornata.
La melodia è riflessiva, un brano interamente strumentale e toccante, forse più profondo delle stesse parole e della stessa voce di Hinson. In brani come questo si evince il potere evocativo della musica e anche la bravura di un artista nel rendere in note ciò che la voce non esprime. The Skull of Christ è la chiusura sorprendente, brano che si interrompe nel bel mezzo di una riflessione, che culmina in un insolito rumore bianco e nel coro angelico di sottofondo, culmina nel sogno.
Più che album, esperienza “mistica “dell’animo. Hinson si pone come Virgilio per Dante , una guida in un viaggio, questa volta, terreno, che termina nella pace assoluta di un coro celestiale… “e quindi uscimmo a riveder le stelle”.
Osservare il cielo stellato non è stato mai più rasserenante. Un album che porta con sé le riflessioni, le atmosfere notturne, calde ed invernali accompagnate da un fedele un bicchiere di whisky, al tepore del camino.
autrice: Noemi Fico