Mi rioccupo volentieri degli Empty Frames. Una di quelle band che si fa annunciare con discrezione, quasi con silenzio, sfoderando tuttavia capacità ben più apprezzabili di chi, al contrario, può beneficiare di sostegni promozionali o appoggiarsi comodamente a qualche hype per vendere meglio il proprio nome. E, appunto, dopo le buone doti espresse nel singolo (‘For Someone Who Was My Friend’/’No meaning at All’), come lasciarsi scappare l’occasione dell’album?
Ma restiamo ancora per un attimo sui due citati brani. Nei quali le direttrici ispirazionali del quartetto bresciano sembravano attestarsi, da un lato, su quel cantautorato un po’ alcolico e immaginifico che ha trovato nei dEUS il suo miglior “megafono rock”, e dall’altro su una – meno valida – vena pop “meticcia”, figlia tanto delle nubi d’oltremanica quanto del sole mediterraneo. Ora inevitabilmente il discorso si fa più complesso. Oltre a palesare una eterogenea espressione della propria creatività, gli altri 8 brani di “Draw a Line“ (singolo e lato B pure figurano qui) danno l’impressione – buona o brutta non ha rilevanza – di trovare in tempi e contesti emotivi diversi il seme del loro concepimento.
E il meglio arriva subito, prima metà disco. A partire dall’iniziale ‘Virtually Impossible to See’, in cui l’inclinazione già pensosa degli Empty Frames sembra affondare ancor più in una bottiglia di whisky, come se il primo Tom Waits, con tastiere anziché piano, avesse fatto visita ai nostri. Laddove la successiva ‘Jail Bird’ vede salire in cattedra la geometrica intensità chitarristica degli Unwound (ma c’è anche un’armonica, uh, nell’assetto strumentale del brano). ‘Hope You’re Feeling Better’ e soprattutto ‘Roses and Fog’ svelano la rilevanza del posto che i Motorpsycho (nei loro afflati più lirici e romantici) occupano nel serbatoio creativo di Raffaele Caerano e compagnia bella.
Più pastorale invece la title-track, sfavillante intermezzo chitarra acustica, mentre ‘Funny’ manifesta come anche gli Yuppie Flu possano già essere un punto di riferimento. Il “catalogo” sonoro degli Empty Frames si completa con il punk-rock “moderato” (quello che una pop band può passare, non certo un papabile caposaldo del genere) di ‘Porcupines’ e il post-rock smussato di ‘The Last Bridge Before Solo’, egregiamente reso dalla soave voce “in prestito” di Bianca Maria Sciarra. Faranno strada? Beh, Il disco è in download gratuito su www.shinseiki.it (o in vendita ai loro concerti). Sarà più facile aiutarli in questa missione…
Autore: Roberto Villani