A mio parere il colpo grosso la 5jve Roses l’ha fatto con Alejandra della Distile Rec., seconda opera di Absinthe (Provisoire), una formazione di Montpellier che dopo i magnifici precedenti di Ulan Bator ed Enfance Rouge dimostra come in Francia ci sia una scena sotterranea inquietante ed ancor più radicale rivolta alle espressioni e sonorità contemporanee più estreme.
Tutti aggettivi e concetti che calzano alla perfezione alle scelte operate da Absinthe (Provisoire), lontani dal benché minimo compromesso commerciale o mainstream.
I loro brani fiume sono straordinari streams of consciousness, sinfonie moderne che superano tipologie come post-rock, indie, noise, ethereal, dark, poiché sono tutto questo e lo sublimano in lunghissime epifanie chitarristiche, sorta di sublimi ascensioni melodiche di sapore wagneriano che si spengono molto gradualmente in lunghi liquidi segmenti sospesi in inquietanti mistiche attese (ricordate i Pink Floyd di Ummagumma, in particolare Careful with that axe Eugene ?). Tre chitarre (Christophe Devaux, Sylvain Etchegaray, Alexandre Morand) che interagiscono con lucida e creativa follia: melodie, rumore, percorsi eterogenei, sino a saldarsi a tratti in un magma letale e terrorizzante. Questa esplorazione estrema spazio-temporale pare un metodo (se ci è concesso usare tale termine!) in continua evoluzione: i 29 minuti iniziale di Kocka ne rappresentano un eloquente dilaniante sunto e prendono davvero alla gola! Le poche parole sparse in questi tortuosi itinerari appaiono concetti minimali ma lapidari : “…il n’y a pas d’unité / la pluie tombe e casse les visages / nou stous, femmes, enfants, viellards, tassés sous dix mille tonnes de merde / est-ce que nous respirons ? « .
L’abrasiva Amour-Infidelite-Introspection vive di straordinari echi/riverberi chitarristici e di una minimalità armonica struggente. L’amara elegia di Someone Sais Your Heart Belongs To The Dead ricorda il David Thomas dei primi Pere Ubu, quelli più disperati ed introduce l’ancor più straziata Love Song for A Dutch Bitch, serenata dark dallo sviluppo dapprima disarticolato/destrutturato, poi sublimato in scenari neo-ambient, in una psichedelica intrisa di umori free-jazz ed infine in un rumorismo seriale ancora una volta terrorifico ed immobilizzante. 17 minuti di imprevedibile, allucinante situazionismo sonico. C’è da chiedersi seriamente in futuro Absinthe (Provisoire) di quali stupefacenti accadimenti sonici possano ancora macchiarsi!
Autore: Vittorio Lannutti