Che la zona di Agropoli (SA) e paesi limitrofi sia da qualche anno quanto mai feconda a livello musicale è, per chi vive il territorio (e non solo), cosa nota.
Basti citare gli …A Toys Orchestra, attualmente una delle band di punta della scena musicale italiana, e i nuovi arrivati in casa Urtovox (attenzione: l’album esce il 13 febbraio), gli Yes Daddy Yes.
Originario di Agropoli ma dislocato a Milano è anche Daniele Amoresano, in arte Healthy God, che esce ora, per l’etichetta La Fine di Eboli (SA), con l’EP “Screw You All, I’m Healthy God”.
“Screw You All, I’m Healthy God” si presenta come un lavoro dall’ossatura acustica su cui Healthy God tesse degli ottimi arrangiamenti elettrici. Gli strumenti sono suonati quasi interamente da lui stesso, esclusi alcuni interventi di Michele Nappi alla batteria, Peppe Foresta alle chitarre, Clara Foglia (già nei Maybe I’m, usciti per la Jestrai) al violino e Massimiliano d’Alessandro, che affianca la sua voce a quella di Healthy God nel brano “Cars=Mum”.
Principali punti di forza dei sei brani che compongono l’EP sono da ricercare nell’ottima produzione, nella cura dei suoni e negli arrangiamenti, in particolare nei contrappunti fra chitarra acustica e il resto degli strumenti, non necessariamente semplici da riuscire ad incastrare in un contesto acustico.
L’assoluta orecchiabilità del cantato coinvolge fin dal primo ascolto, nonostante Healthy God tenda a non cullarsi su facili melodie da classifica sperimentando anche sulla voce, dalla ricercatezza delle linee melodiche all’esecuzione, a cui dà un’impronta personale e particolarmente interessante nelle “strozzature”, cosa che fa apprezzare ancora maggiormente il prodotto finale.
Se tutto ciò non bastasse basti dire che i brani di “Screw You All, I’m Healthy God” sono alquanto diversi l’uno dall’altro (nonostante l’impronta personale di Daniele Amoresano si avverta in ognuno di essi), fattore che fa aumentare esponenzialmente la validità del prodotto per il proprio eclettismo.
Di riverbero in riverbero si passa da brani più vicini a un certo indie statunitense (Shins) ad altri più soffusi e dall’atmosfera “decadente” (dove si avvertono maggiormente anche sentori dei compaesani …A Toys Orchestra), e ciò che più si nota è che, sulla base di canzoni fondamentalmente cantabili anche accompagnati solo da una chitarra acustica, Healthy God riesce a sperimentare non fermandosi alla sola forma-canzone ma cercando strutture complesse (batterie in figurazioni non standard, code strumentali in crescendo che “sbilanciano” il brano, suoni dissonanti) donando al tutto una “confezione” che trasforma i brani da semplici canzoni in piccoli gioiellini.
Una prima prova notevole per Healthy God il quale va ad arricchire, con la sua presenza, il già fervido panorama musicale cilentano.
Autore: Giuseppe Galato
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