Non è musica “per tutti”, quella dei Charalambides (Christina Carter alla chitarra e voce, e suo marito – o ex, come mi sembra di aver letto da qualche parte – Tom Carter alle chitarre). Il loro free-folk minimalissimo e impalpabile, psichedelico e rarefatto può – a seconda dei casi – suonare meraviglioso, toccante e deliziosamente oscuro, o – viceversa – clamorosamente pesante e tedioso.
Quelli che ne apprezzano il particolarissimo linguaggio sonoro, comunque, non potranno fare a meno che amare “A vintage burden”, conferma delle doti del duo.
Un lavoro ricco di momenti da ricordare: le fragilissime trame folk – reiterate fino a risultare quasi ipnotiche – della delicata, lentissima “There is no end”, con la voce di Christina più che mai angelica; le dolci melodie di “Spring”, illuminate da vibrazioni positive, speranzose (“let it shine…it will shine”); i toni blues della strumentale, lunghissima, elettro-acustica “Black bed blues”, suonata in punta di dita ed immersa in visioni psichedeliche; l’evocativa, emozionante “Two Birds”, dove sembrano incontrarsi il Neil Young di “On the Beach” , i Low, e Joan Baez; Il favoloso dialogare tra la chitarra elettrica di Tom e la voce di Christina di “Hope against hope”…
Un trip sonoro seducente, da vivere nel più assoluto silenzio e possibilmente a luci basse…
Autore: Daniele Lama