Dopo l’esordio, con ‘Piss on a Dead Tree and Watch it Grow’ del 2005, ecco nuovamente in giro il terzetto senese, di Chianti per la precisione, composto da Andrea Tabacco, Alessandro Pace e Marco Bianciardi, con un lavoro che rivela diverse sorprese musicali poichè, pur sposandosi, la loro produzione, col post punk dei Birthday Party inizio 80, e col disturbato indie noise dei primi 90, essa cerca una propria strada personale nel blues, dunque nel rifiuto della strada più comoda, che è sempre la velocità, e si può notare un apprezzabile tentativo di dare spessore alle proprie traiettorie chitarristiche. Bravo Andrea Tabacco, autore di tutte ed 11 le canzoni – 10 cantate in inglese, 1 in italiano – ed impegnato alla voce, chitarra e tastiere, malgrado il suo cantato sia da correggere, anche nella pronuncia. L’approccio al rock degli Elton Junk è scarnificato e senza fronzoli, persino il basso elettrico è poco presente, e le sensazioni che il gruppo procura all’ascoltatore sono di rabbia a stento contenuta, repressa, che solo ogni tanto si sfoga apertamente in assalti ad ogni modo mai completamente portati in profondità, ma ripiegati in sè stessi. In ciò il gruppo si distingue da roba più marcia tipo Jesus Lizard, Scratch Acid o One Dimensional Man, nobili e rabbiose stelle polari per questa band post punk che con coraggio cerca una propria strada personale, che può passare soltanto attraverso determinazione, esercizio sui palchi, e passione. Nelle prossime tappe live, il gruppo suonerà il 29/11 a Caserta, il 30/11 a Napoli, il 28/12 a Seregno.
Autore: Fausto Turi