Se ci si limitasse a leggere il nome della band, o ad osservare la pazza copertina dai colori sgargianti, si potrebbe correre il rischio di relegare i The calorifer is very hot! a quella gran massa di band, tanto di moda oggi, che, con un accattivante stile packmaniano, conquistano il pubblico, proponendo sempre la stessa formula forzatamente eccessiva. Basta, però, lasciare pochi secondi all’ascolto di “Marizipan in Zurich”, per restare rapiti dalla fantasia del progetto capeggiato da Nicola Donà, dove folk acustico, elettronica ed indie-attitude, si mescolano armonicamente. Nella mezz’ora al marzapane, si passa dal ritmato country di “Orange is a ba-ba-ball”, all’elettronico finale strumentale di “Cats day afternoon”; dalla strokesiana “Take care go home”, al punk rock lo-fi di “Panda Loser”; dalle sonorità acustiche di “Wocko” e “Ride the snowball”, a quelle più elettroniche, ben rappresentate dal singolo “Slow motion dream” e dall’incalzante “Outside is cold for us”.
Seguendo la celebre distinzione di De Gregori fra bufalo e locomotiva, si può perciò dire che “Marzipan in Zurich”, esordio dei The calorifer is very hot!, sta decisamente dalla parte del bufalo, infatti, senza binari fissi, scarta da un genere all’altro, mescolandone le peculiarità. Ciò che ne esce è un suono personale e fantasioso, che, seppure caratterizzato da una buona dose di sfacciata allegria, riesce a creare un ascolto fortemente ragionato e coinvolgente.
Autore: Alessandro Busi