“State of Fear” è il secondo lavoro dei Bärlin trio dedito ad un post-punk delle origini ma che non disdegna le evoluzioni del genere. Realizzato e prodotto durante il lockdown in questo disco i francesi si sono concentrati sul tema del conflitto, che sia eterodiretto o autodiretto. L’iniziale “Deer Fight”, caratterizzata da una ritmica lenta e marziale, ed evocante i Joy Division più melodici e malinconici, tratta di uno scontro bestiale. Mentre nella title-track un esaltante freejazz di matrice primusiana, in quanto psicotico con richiami tanto al blues quanto al post-punk, il trio parla della polizia che carica la folla. Per quanto riguarda le lotte interiori queste sono affrontate nella malinconica e struggente “Farewell Song” e nella tirata, lenta e profonda “Sturm”, caratterizzata da un violino che evoca la viola di John Cale nel primo lavoro dei Velvet Underground. Se “Revenge” è costituita da una tribalità scarna ed essenziale, con “Body Memory” i francesi suonano in modo pulsante e senza fare sconti con un cantato cinico e strafottente. Un lavoro teso, sofferto, ma molto ben fatto.
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autore: Vittorio Lannutti