Finiti da un po’ i tempi del conformismo a tutti i costi, si è arrivati al punto, completamente opposto, in cui l’anticonformismo si è ridotta a pratica abituale, conformandosi appunto. È vero che si è arrivati a un momento di “saturazione”, ma è bene capire con chi prendersela. L’ultimo lavoro degli “Ultraviolet” si chiama appunto “Saturazione” e condanna tutto il male che affligge la nostra società (o almeno, questa è l’idea del gruppo) e si presenta con un libretto completamente bianco. Svariate pagine bianche. Ora, va bene l’attacco a un sistema ecc. ecc. ma, cavolo, se spendo 15, 90 € voglio almeno un packaging degno. Voglio testi, immagini …(non che si pretenda la copertina griffata da Crumb dei “Big brother…” né i fantastici disegni di Dave McKean che accompagnano i testi dei Counting Crows, giusto per fare due esempi). Cioè illudermi che in quei 15, 20 euro ci sia un qualcosa in più. Ma fin qui è solo forma. Questa considerazione (per la serie e chi se ne frega!) ovviamente non è un giudizio di valore su quello che il disco contiene. Anzi, a ben vedere la sostanza non è affatto il bianco del libretto. Mi ha colpito in particolare una casualità. La continuità sonora, in alcune parti, con un gruppo recensito non molto tempo fa, i Vega’s. E anche la voce della cantante Gianclaudia Franchini ricorda quella di Cristiana Col angelo cantante dei Vega’s. Qui, però, predomina un’anima più rock. Ad accompagnare la Franchini, che suona anche la chitarra, ci sono Daniele Quarto alla chitarra, Luca Valerio Serpenti al basso e Antonio Mastrorilli alla batteria. Ma più che la musica, anche leggendo la nota stampa quello a cui più si punta, e scusate se ci si ritorna, è il messaggio e i testi; “saturazione…La band ha cercato di incentrare tutto l’album su questo stato d’animo” e ancora “L’idea è quella di portare un messaggio scarno di parole ma pregno di significato” (i corsivi non sono miei), questi sono solo alcuni passaggi. Una chiara idea del lavoro che si vuole fare. L’ispirazione è il rock inglese e se alcuni passaggi funzionano, a lungo andare sembra di sbattere sempre contro la stessa porta. Anzi, contro le stesse idee.
Autore: Francesco Raiola