Con tre anni di attività alle spalle gli Auge esordiscono sulla lunga distanza con un concept-album. “In purgatorio”, del trio fiorentino,non è un lavoro presuntuoso anzi è davvero eccellente, contando il fatto che c’è alla produzione quel geniaccio di Flavio Ferri (Delta V) che ha coordinato l’insieme con ricche idee rispettando, però, gli input dettati dalla band.
Il sound generato viaggia sulle rotaie di un rock-dark-wave oscuro ma nitido, granitico ma fragile sulla condizione umana trattata nelle liriche.
Proprio cosi: lo spago che tiene legati gli 8 inediti (+una cover) è stretto dall’esplorazione dell’umanità, con le sue caducità, errori ma anche finzioni, come quello di indossare maschere convenienti senza rispettare la sintonia del proprio essere pur di affermarsi con risultati immediati ma di poca durata. In tutta questa pochezza esistenziale la band lancia, comunque, una possibile àncora di salvezza o quantomeno la speranza di agganciarla.
Apre il discorso la tenebrosa “L’avvento”, che scaglia le sue rabbie con oculatezza e pertinenza. La splendida titletrack che segue è foderata di elettronica granulare ed elastica in un flambè tra Mistonocivo, Moltheni (Umberto M. Giardini) e i siciliani Nadiè (“Acqua alta a Venezia”): per lo scrivente, top-song!
Ora, il timore che le prossime non possano reggere il suo confronto, sinceramente lo pensavo ma ecco che, grazie a “Cadendo” mi distolgono dall’insana idea, portandomi dentro ad un’ossessione catchy che martella nell’incipit senza tregua. Poi, sfido chiunque, a sfornare la cover di Battisti “Anima latina” con una genialità prorompente, filo-mantrica con un lungo finale maestoso e qui lo zampino di Ferri si sente, eccome!
Siamo d’accordo che i meriti agli Auge non glieli toglie nessuno ma la quadratura di questo estraniante assemblaggio non sarebbe (per il momento) nelle corde del Trio. L’intro di voce filtrata in entrata a “Tu sei me” porta altra acqua limpida al loro mulino, che macina grano oscuro e tagliente. E’…”Indispensabile” che, per esprimere l’eterna fragilità delle anime in Terra, venga riversata con inserto noir ma con un suo dinamico perché. Tra ondeggi, battiti tematici e svisate, arriva “L’ultimo pensiero” che ultimo non è in quanto la chiusura è condizionata dall’apparizione di “Fantasmi” pulsanti, che scalpitano per plasmare clima orrorifico, come inglobati nel terrore di un Argento-movie. Tout court, la loro urgenza espressiva da condividere ha permesso agli Auge di scodellare un prodotto spiazzante, magari non nuovissima nella formula ma che evidenzia l’impegno di una ricerca inopinabile, sotto-forma di idee brillanti e riuscite che guardano al futuro col colore rosa, non appena sapran perfezionare ancor di più l’assetto ideativo, comunque già lodevole in quest’opera prima. Al momento, sostano ”In purgatorio” ma… il paradiso non può attendere.
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autore: Max Casali