I veneti Candians, a dispetto del titolo del loro primo cd sulla lunga distanza, si stanno preparando un posto tra le stelle, dato che questo cd gode di una produzione di un sound da far gola tanto agli indie rockers, quanto al popolo più mainstream. La Ghost deve puntare molto su questo lavoro, dato che in ognuna delle undici canzoni non c’è una virgola fuori posto, una sbavatura, complimenti quindi per l’ottimo lavoro svolto sia dal gruppo, che dal produttore Matteo Cantaluppi, che sono stati capaci di creare tre quarti d’ora di un pop molto raffinato, con pregevolissimi riferimenti altisonanti sia in ambito indie (Grandaddy, Weezer), sia in abito mainstream (Beach Boys e ovviamente i Beatles). Con le dovute proporzioni del caso, considerando la differenza di genere e generazionale, sembra che i Candians abbiano appreso molto bene la lezione impartita dagli Afterhours, che è proprio quella di essere in grado di far presa sugli indie-rockers, ma non si disdegna una puntatina alle classifiche. Questa evidentmente è la migliore strategia oggi per restare a galla e per andare avanti con dignità. L’ottimo lavoro di Cantaluppi emerge soprattutto in fase di mixaggio, dato che la voce del cantante-chitarrista, Duccio Simbeni, si intreccia sempre perfettamente con tutti gli strumenti, che si coagulano perfettamente e che non si sovrappongono mai, ma si alternano a seconda delle varie esigenze del brano in questione, come per esempio il pop valzerino di “Ode to the season” o “Summer teenage girl” che ha il tocco di una ballata ben contornata da cori larghi, in perfetto stile pop britannico. Laddove toccano la sensibilità più profonda, le chitarre affondano nei meandri dei migliori Smashing Pupkins, in una “The north of summer” che mantiene costante un tocco di ballata sensibile. Il cd sarà nei negozi a settembre, periodo migliore per far uscire un cd come questo non c’è.
Autore: Vittorio Lannutti