“The echo show”, il secondo album del duo parigino (il debutto risale al 2010 con un discreto album omonimo), dilata e diluisce lo psyco-pop partendo, e sezionando, dai suoni di big del genere come Stereolab, My Bloody Valentine, Pavement e sperimentando con il kraut di matrice Kraftwerk e Can.
Il duo francese rimiscela il tutto dando al sound un tocco personale rendendo ambivalenti molti dei dodici brani in scaletta.
L’album oscilla tra momenti eterei e altri circolari e/o vibranti. “Sparkling sunbeam”, per esempio, è tanto ammaliante quanto nevrotica, mentre “Logic winds” incalza su un pop-rock incessante, a differenza del crescendo di intensità di “Analog wheel” convive di mood provenienti direttamente dall’Islanda (vedi Sigur Ros) e dal Canada (vedi Arcade fire).
Autore: Vittorio Lannutti