L’esordio, dopo un necessario percorso di formazione e sperimentazione di vari anni, porta i cosentini Gripweed a misurarsi definitivamente con l’elettronica new wave ed industriale di inizio anni 80, ma rivestita in chiave moderna, a cominciare dai ritmi e dalle trovate di Madaski (Africa Unite) che ha lavorato dietro il desk d’incisione, e subito dobbiamo constatare come questa musica, non proprio rassicurante e solare, sia davvero appropriata, allora come oggi, a descrivere l’era cibernetica e post industriale molto più di tanti generi musicali presunti moderni, che al contrario non riescono a cogliere e rappresentare la condizione di spaesamento e isolamento dell’individuo macchina.
K è un disco di otto canzoni per circa mezz’ora di durata, in cui l’elemento umano, rappresentato dalla voce calda e impeccabile, ma talvolta anche filtrata, di Cristian Rosa, che canta in inglese, è al centro di un ambiente sintetico, elettronico, e tuttavia combatte e si adatta, pretendendo un proprio spazio, capace di trovarlo e di non farsi schiacciare.
In brani come ‘Cage’ e ‘The Fool on the Bill’ emerge poi la vena romantica e oscura che ricorda molto i Depeche Mode, mentre ‘Cigarettes’, che musicalmente è la cosa più interessante e varia di K, ci sorprende per l’impianto industriale ed il ritmo veloce, che presto cede il passo ad un coinvolgente mantra electro pop, un flusso di suoni tra Motel Connection e Technogod, sempre in bilico tra rock ed elettronica; il vuoto sintetico el o sferragliare di ‘Brust’, o la commuovente tastiera di ‘Plastic Bag’, che accompagna il tentativo di reazione di Cristian Rosa, danno poi la misura di un lavoro molto ben meditato, anche in fase di produzione.
Ci sentiamo di dire che la marcia in più dei Gripweed stia nell’aver perfettamente chiaro come elettronica e rock possano fondersi efficacemente in una miscela sonora unica e omogenea, e ancora quali siano i limiti dell’elettronica moderna, e perché i pionieristici suoni sintetici anni 80 ritornino così fortemente di recente, offrendo dei riferimenti più riconoscibili alle persone, del mondo mentropolitano e virtuale che li circonda.
Gli altri musicisti del progetto Gripweed, oltre a Cristian Rosa, sono Alberto La Riccia, Lucantonio Pignataro e Luca Pontedoro.
Autore: Fausto Turi