Ascoltando la musica della Casa del vento non si può prescindere dal carattere politico sociale che da sempre caratterizza il gruppo di Luca e Sauro Lanzi, Patrick Wright, Massimiliano Gregorio, Fabrizio Moranti e Riccardo Dell’Occhio. E a due anni da “Al di là degli alberi” è uscito, sempre per la Mescal, “Il grande niente”, titolo che dà il nome anche al primo brano dell’album. In questo lavoro ricco di collaborazioni si passa da Pasolini ai ragazzi di Locri, da Lucarelli attaccante “di sinistra” del Livorno (mister “Un milione”, dalla cifra a cui ha rinunciato pur di rimanere nella sua amata Livorno) a Carolina Lombroso, che come spiega il gruppo nel libretto è “moglie del partigiano Eugenio Calò, ucciso nella strage di S. Polo (AR) il 14/07/1944, ebrei, partorirà il quarto figlio nel treno per Auschwitz, dove morirà nei forni crematori insieme ai suoi 4 bambini”. Insomma, è forte la matrice politica e folk rock che si fa forte, come detto, delle collaborazione di grossi nomi di artisti del panorama italiano e non. Entra nella casa “Erriquez” voce della Bandabardò, a cui è affidata una parte in “La meglio gioventù”, canzone sui ragazzi calabresi che si sono ribellati all’omertà della ‘ndranghetà all’indomani dell’omicidio Fortugno, mentre torna alla casa Stefano “Cisco” Belotti, ex voce dei Modena City Ramblers che presta la voce in “Per le strade”; avete mai pensato alle storie di lotta e conquista che si celano sotto l’asfalto su cui camminate?. Ginevra Di Marco (ex CSI e PGR), invece, ricorda Pasolini nella lettera de “I fiori del male”. Che direbbe il grande scrittore bolognese, a trent’anni dalla sua morte, vedendo il mondo d’ oggi. Altre due voci femminili accompagnano la band toscana e sono Betty Vizzani, nuova voce femminile dei MCR nella canzone klezmer “L’ultimo viaggio”, ricordo di Carolina Lombroso; e Marta Agnelli in “Alla fine della terra”.
L’antifona è quella. I modelli anche. Ma ciò non significa che questo lavoro sia superfluo. Personalmente penso sia un buon lavoro, il folk ha insito in sé determinati temi e schemi, anche se a volte la ripetitività toglie qualcosa alla forza dei messaggi. Ma questo genere è una risorsa da coltivare e non è un caso che la Bandabardò, gruppo chiave del folk indipendente, fuori dal mainstream, sia in classifica. Auguri.
Autore: Francesco Raiola