I Kings Of Leon sono uno di quei gruppi da cui ormai tutti si aspettano grandi cose. Loro, i quattro di Nashville, continuano a sfuggire alla fama nonostante i loro party, i loro tappeti rossi non sfuggono ai media pronti ad immortalarli e dargli risalto.
Per questo album, il quinto per la precisione, avevano promesso un ritorno di fiamma al vecchio sound, quello sporco, casereccio, un po’ country e un po’ rock and roll; insomma quel suono particolare che li aveva resi famosi alla cerchia ristretta di fans che si era creata intorno a loro prima dell’uscita del penultimo lavoro “Only by the night”.
In ogni caso Come Around Sundown, uscito il 18 ottobre e prodotto dalla Radio Corporation Of America, ha in parte cancellato il mito di “Sex On Fire” ricreando fortunatamente quella melodia southern rock che il quartetto aveva temporaneamente abbandonato.
L’album si apre con The End, brano rock blues in cui il riff di chitarra la fa da padrona; imponente e maestoso, forte e allo stesso tempo delicato; il pezzo giusto per aprire le danze. Poi è la volta di Radioactive, il singolo che ha dato via al countdown per l’uscita del disco. Il brano è ritmico e veloce, melodico e orecchiabile, come ogni singolo che si rispetti; poi è la volta di Pyro, altro brano dalle sfumature prepotenti, velato dalla giusta melodia pop rock che accenderà i cuori di molti fan. Cambio di ritmo poi con Mary: questa canzone l’avevo ascoltata la prima volta lo scorso 30 giugno al concerto di Hyde Park, è una bellissima poesia rivisitata in chiave rock, dove coretti e riff ambiziosi si alternano ritmicamente conferendo quel giusto tono dolce e pacato a quella che diventerà una delle classiche ballate dell’album.
The Face è più ruvida, ma ancora una volta i ritmi blandi primeggiano pretenziosi sullo sfrenato rock and roll e si ha più l’idea, ancora una volta, di ascoltare un’altra indimenticabile ballata rock.
Con The Immortals, si ritorna su ritmi decisamente più rock classici; c’è di tutto: la voce aspra di Caleb Followill, le schitarrate violente del cugino Matt, il basso profondo di Jared e la batteria prepotente di Nathan. Il giusto mix di suoni che plasma nuovamente una canzone finemente ricercata, così come per Back Down South, una rivisitazione in chiave acustica di Southbound, brano che il quartetto americano aveva presentato in scaletta durante le date estive.
Beach Side ricorda un po’ il sound di California Waiting, brano tratto da Youth and Young Manhood (2003), primo album della band.
Sicuramente l’accostamento non è casuale, entrambi parlano di spiagge, sole, e il riferimento al vecchio old style è chiaramente voluto dalla band che riecheggia le vecchie sonorità in nome del southern rock più grezzo.
No money è un altro pezzo favoloso; la batteria e la chitarra sono violentate allo stremo senza mai però sfociare nell’hard rock più puro; c’è sempre spazio per quel classico ritmo rock and roll che tanto aveva reso famosi i Kings of leon.
Il pezzo è bello, veloce e dinamico, uno di quelli che dopo il primo ascolto già si ha voglia di riascoltarla di nuovo.
Il disco scorre via veloce e i riff di chitarra di Pony Up e Birthday sono così coinvolgenti e sfrenati da ricordare a sprazzi i KoL di Because Of The Times, specie per l’uso così prepotente del basso, profondo e cupo, pizzicato ad un ritmo infernale.
Mi amigo, mi faceva temere il peggio, dato il titolo che ricorda chiaramente qualche sfumatura latina. Fortunatamente il brano è ancora una volta un inno all’amicizia e al blues in cui chitarra e voce dominano incontrastate e conducono l’ascoltatore verso la fine: Pickup Truck, lenta e melodica chiude un lavoro finemente ricercato ed elaborato. La volontà di tornare al vecchio sound è un dato di fatto, ma il prodotto finale, sembra in realtà aver mostrato un altro lato dei Kings Of Leon, ovvero quello in cui il quartetto mostra sul serio di saper fare musica e di saperla confezionare.
Ora sta ai fan decidere se Come Around Sundown è un lavoro valido o meno, il disco è sicuramente una piccola perla di southern rock da riascoltare e riascoltare, perché ad ogni ascolto potrebbe nascondere nuove e meravigliose sorprese.
Kings Of Leon – Radioactive (album Come Around Sundown) from szymen on Vimeo.
Autore: Melissa Velotti