Dopo due chitarristi cambiati, anche se prima si erano avvicendati altri musicisti, i Killer Klown pubblicano il loro nuovo album “Crappy circus”. I torinesi, in giro dal 1994, mantengono salda la loro vena punk-irriverente, per cui Rev. Jungle ogni tanto si lascia andare al canto sguaiato che tanto evoca i Sex Pistols. Tuttavia il disco non è derivativo, si tratta più che altro di un lavoro punk-stomp-beat, eccitante e in perenne movimento. Mai rallentamenti piuttosto accelerazioni che si tratti del beat-punk circolare di “Drowing” o del rock-blues, anch’esso venato di beat con l’organo di She-Hellcat, di “Big black cat” brano che in qualche modo fa il paio con “Circus”, traccia intrisa di quel proto-punk che deve ancora molto alle dodici battute seppure lette come piaceva a Malcom McLaren. Con “Do the Scooby-Doo” il quintetto piemontese si lascia andare ad un irresistibile stomp-blues che fa sentire un’enorme mancanza dei Cramps mentre omaggiano la prima batterista donna della storia del rock con “Moe Tucker (trombone player)” che è una corsa contro il tempo hard-blues dei primissimi anni ’60, periodo omaggiato anche nella psichedelica “Hungry dog drama”. È rock’n’roll allo stato più puro quello dei KK! Prendere o lasciare!
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autore: Vittorio Lannutti