Malgrado la copertina sopra le righe, che potrebbe far pensare agli album street’n’roll più tamarri della Bay Area, in realtà questo trio giunge dalla Svezia, è al secondo album, e suona rockabilly anni 50 con chitarra, batteria, contrabbasso e testi in lingua inglese; musica dura, certo, ma con inserti puntuali di pianoforte, e soprattutto di tromba e sax, a variegare i suoni, e dunque lontano mille miglia dal rock’n’roll californiano ottuso. La traccia d’apertura, ‘My Baby Drives me Crazy’, è una più dura frustata beat, nello stile degli Yardbirds, e la traccia conclusiva ‘I Hope I’ll Meet you Soon’, presenta sciccose atmosfere soul, ma tutto ciò che sta nel mezzo, è euforia e divertimento puro, anche ben fatto: ritmi anni 50 tra Elvis e Jerry Lee, con studiati intrecci di contrabbasso, assoli, trame appena appena psychobilly, suoni fuzz e twang in quantità, e la buona voce di Jorgen Westman, leader dei Buckshots. La scelta di rimanere fedeli il più possibile al modello storico di questa musica, rende l’album però un po’ ordinario, come per molte produzioni della scuderia Heptown, e s’aggiunga la totale mancanza di picchi che si distinguano, tra le 14 tracce. Ma resta la scossa, e la voglia di muoversi a ritmo, quello si. Imminente, sul mercato, un loro album live intitolato ‘20 Live Rounds’.
Autore: Fausto Turi