Effetto nostalgia garantito fin dalla copertina con questo “Northside highway” dei veneziani Zabrisky: seguendo lungo il marciapiede la ragazza che ci dà le spalle si percorre belli rilassati un quartiere di Londra (quella in alto a destra non è una Union Jack ciondolante dal pennone?), forse di Manchester (là sulla sinistra non c’è il pub preferito di Rooney?), o più probabilmente di Liverpool, al punto che non mi stupirei affatto se, girato l’angolo, scoprissimo di essere in Abbey Road e lì, ad attraversare la strada sulle strisce, ci imbattessimo per incanto in John Lennon barba folta e vestito bianco, Ringo Starr in completo scuro, Paul McCartney a piedi nudi e George Harrison in jeans e camicia a chiudere la fila. Un salto indietro nel tempo di circa quattro decadi e da lì su su fino agli anni Ottanta inglesi, quelli della Creation e della Sarah Records: i Beatles sì (“I love her when she smiles”), ma inzuppati in salsa shoegaze (“Your house was bright on Sunday”), con la cover di “Emma’s house” dei Field Mice (correva l’anno 1988) che suona più o meno come i Felt di “Forever breathes the lonely word” (correva l’anno 1986) e con quella di “A Robert’s song” del chitarrista svizzero Robert Vogel che rappresenta il trampolino di lancio verso possibili incursioni post-punk. La derivatività è la ragion d’essere degli Zabrisky, inutile aggiungere altro; acchiappatevi “Crash” e “Summer starts today” (i loro due pezzi migliori) e via di corsa a prenotare un volo di sola andata per l’Inghilterra!
Autore: Guido Gambacorta