Tre nomi: Stiv, Fabrizio e Barbara. Uno più famoso degli altri, quello di Stiv Cantarelli. Un emiliano che ha raggiunto la fama oltreoceano, debuttando nel 1999 con i suoi Satellite Inn per l’etichetta statunitense Moodfood Records. Poi è toccato al secondo gruppo Gold Rust, e come sfondo c’era sempre l’America.
Così come fuggono i cervelli, dall’Italia fuggono anche le chitarre. Le sonorità si prendono in prestito da paesi lontani e l’esperienza si costruisce solcando palchi di importanti festival indipendenti, affiancando artisti dai nomi altisonanti. Ecco il bagaglio di Cantarelli che ora ritorna a far parlare di sé nel Bel Paese col primo assaggio del suo nuovo progetto: The Saint Four e l’ep intitolato “With The Saint Four”, passando dal North Carolina degli esordi alla Portland della El Cortez Records di questo ennesimo debutto.
Cinque tracce che fanno del country di inizio carriera statunitense solo un’ispirazione e immergono le attuali sonorità in una crema rock-blues che tanto ricorda il Dylan più tradizionale. “The Country You Were Born”, la traccia d’apertura, ricorda il mix rock-pop-country che ha portato al successo band come gli R.E.M. “Don’t Hang On Me” è invece una ballata a stelle e strisce che fa sì che questo ep non si consideri una partenza, ma un punto sulla situazione dopo un lungo viaggio. E se il percorso ha permesso di collezionare souvenir artistici e melodici, “With The Saint Four” non è altro che una raccolta di fotografie di un’interminabile vacanza. Con l’aggiunta, ovviamente, dell’entusiasmo di chi cambia rotta.
Sembra difficile pensare che anche stavolta nessun italiano sia pronto a puntare su di loro. Ma lo stivale, si sa, è terra di poeti, santi, navigatori… e ardue scommesse.
Autore: Micaela De Bernardo