Per gli amanti del garage, quello di Jack Cavaliere non è un nome sconosciuto. Tutt’altro, essendo stato a fianco di Rudi Protrudi in una delle innumerevoli formazioni dei Fuzztones e soprattutto per avere capitanato una delle migliori surf-garage band degli anni ’90, i Bomboras. Smessa quella sigla, all’inizio del nuovo millennio Jack ha dato vita ad una nuova creatura: i Lords Of Altamont.
Con cui ritorna adesso per conquistare definitivamente le menti e i cuori degli appassionati di Sixties-sound sparsi per il globo. A tre anni dal debut-album “To Hell With…”, il quintetto di Los Angeles organizza un nuovo party infernale a base di garage-punk dominato dalle tastiere incendiarie di Cavaliere. “Lords Have Mercy” è un disco che conquista subito perché possiede grandi canzoni e un suono personale, riconoscibile sin dalle prime battute. Non fanno prigionieri i Lords Of Altamont e attaccano subito con un brano-killer come “Cyclone”, dai riff aggressivi e dal groove martellante. Un potenziale hit. Ma è tutto il disco ad essere intriso di un’atmosfera satura di elettricità che non disperde nemmeno per un attimo la sua dirompente carica emotiva.
“Buried” è un’altra molotov sonica, “Action” il perfetto completamento della triade iniziale con un assolo chitarristico d’altri tempi e una ritmica da spavento. Con la cover della classica “Project Blue” i Lords of Altamont pagano tributo alle loro radici, mentre “Live Fast (Die Young)” è l’ennesimo manifesto d’intenti e la conclusiva “Time Has Gone” uno sprazzo di luce in mezzo a una tale tempesta di Vox-sound e chitarre contundenti. Se nel 2006 il garage è vivo e vegeto, lo dobbiamo a band come i Lords of Altamont. Semplicemente grandi.
Autore: Roberto Calabrò