Oramai ha preso il via il progetto del terzetto californiano, ma che vive a New York, Polite Sleeper, che è già al secondo full lenght in due anni. Ad un anno dall’ottimo esordio “Seens” i Polite Sleeper si confermano con la loro scoppiettante miscela di bassa fedeltà, punk e folk, tutto rigorosamente acustico, a parte i bei arrangiamenti dell’hammond che di tanto completa il suono. Lo spirito punk emerge soprattutto nel canto rabbioso e nel modo barricadiero di strimpellare l’acustica di Jason Orlovich, che condivide il canto con il batterista Tim Wilson e con il tastierista Michael Curtes. Come nell’esordio, anche in questo “Lake effect” il trio si lascia andare a brani dalla forte impronta cantautorale, sulla scia della migliore tradizione americana, che ha i suoi principali punti di riferimento nei vari Pete Seeger, Bob Dylan, Woody Ghutrie. Tuttavia, la rabbia spesso cede il posto a ballate, con sapore bucolico, vedi l’avvolgente “Crushed”; o il ritmo di una cavalcata come in “Eleven months”. L’essenzialità del trio riesce anche a completare il sound e a farsi orchestrale nella corale “Driving Ohio”, ma allo stesso tempo a dare un ritmo folk-punk teso, che fa venir una gran voglia di saltare alzando i calici, nell’accelerata “So serious”.
Autore: Vittorio Lannutti