Nato come progetto solista nel 2006, The Tallest Man on Earth, alter ego del musicista svedese Kristian Matsson, approda ora per etichetta ANTI dopo il suo ultimo disco del 2019, I Love You. It’s A Fever Dream, seguito di The Wild Hunt (2010) e Dark Bird is Home (2015). Ora, con Too late for Edelweiss, Matsson mette insieme canzoni pronte dagli esordi, come la cover di Lost Highway di Hank Williams, con altre scritte tra Svezia e Nord Carolina, dopo un tour di 39 date.
“Durante le pause del tour, fra la mia casa in Svezia e gli AirBnB in North Carolina, ho registrato in lo-fi alcune cover qua e là. Sono state un bottone di reset per il mio proprio modo di scrivere, per pulirmi il palato dalla mia mente mentre scrivo canzoni”, dice il musicista”.
L’album comincia con un’altra cover, För sent för Edelweiss, dell’icona svedese nazionale Håkan Hellström, ma Matsson pesca un po’ ovunque all’interno di un repertorio vastissimo ma poco noto e poco percorso, molto affine al suo stile di musicista intimo, di basso profilo. Metal Firecracker è di Lucinda Williams, Tears Are In Your Eyes è di Yo La Tengo, ma Matsson pesca anche dai classicissimi Beatles (In My Life) come dagli attualissimi The National (Pink Rabbits).
Il taglio di tutte queste cover è l’acustica: non si tratta di un album folk o country, ma piuttosto di una scelta di esecuzioni “eteree”, che portano l’ascoltatore in un mondo quasi fatato, ampiamente evocativo. Nei momenti più ispirati, complice anche l’atmosfera nordica che li accomuna, Matsson ricorda i Sigur Ros (così per esempio nella prima traccia del disco, la cover di Hellstrom).
Molto diversa è Metal Firecracker, ben più riempita di arrangiamenti, o anche Little Birdie, la più traditional e country. Tuttavia la voce limpida e acuta di Kristian, unita alla scelta di strumentazione mai potente (la batteria è assente) unifica anche in canzoni di spirito completamente diverso il taglio complessivo del disco, in cui le chitarre acustiche prevalgono, e se ci sono chitarre elettriche o tastiere sono solo per accompagnamento, riff sottilissimi, sfumature, e mai momenti di protagonismo.
Praticamente chitarra pura è Pink Rabbits, rivisitazione totale (anche per il timbro vocale completamente diverso) dell’originale dei The National.
Caratteristica principale di questo disco è proprio riuscire a unificare in un solo sound canzoni di origine così diverse, dal soul al country, al rock post-moderno, fino al rock classico, passando per suoni latini.
I timbri di marca originale scompaiono e le canzoni (complice anche la poca notorietà della maggior parte di esse) sembrano tutte nate dalle dita magiche di Kristian.
Quando una cover non può competere con l’originale perché è diventata totalmente un’altra canzone vuol dire che il progetto è riuscito, e vuol dire che l’artista ha reso sua la canzone: The Tallest Man on Earth da qui la prova di che cosa significa davvero costruire e realizzare cover di valore artistico.
https://thetallestmanonearth.com/
autore: Francesco Postiglione