I Julie’s escono con il loro primo disco di remix. Ad un prezzo davvero onesto: 9 euro. Ora…riflettendoci bene, nonostante l’inflazione e l’aumento dei prezzi, con nove euro si possono fare ancora parecchie cose. Su internet, ad esempio, potreste addirittura comprarne un paio, di cd (usati, certo, ma magari anche difficili da reperire nei negozi), se solo vi applicaste un po’. O – con un bel po’ di culo – potreste recuperare un biglietto aereo per Londra con qualche compagnia low-cost. Con nove euro potreste comprarvi una birra, e offrirne anche una al sottoscritto. Potreste ricaricarvi un po’ il cellulare, così la smettete di fare gli squilli ai vostri amici sperando che vi richiamino. Potreste (a Napoli, non so dalle vostre parti) andarvi a mangiare una pizza e riuscire a pagare anche bibita e servizio. O andare il lunedì al cinema con la vostra morosa (o il vostro boyfriend) e rimanere con i soldi in tasca per i pop corn e le bomboniere Algida. Insomma: potreste fare un bel po’ di cose, con quei soldi.
Se proprio non sapete come spenderli, invece, allora potrete investirli in “Marmalade”.
Che non è un disco brutto, per carità, ma semplicemente, come dire…superfluo.
Un pezzo, la title track, già presente nel recente “Adult situation”, un inedito, e – soprattutto – otto brani del gruppo di Sassuolo rivisitati da vari personaggi più o (soprattutto) meno noti, tra cui Giardini di Mirò e Amari. E’ questo quanto troverete nell’EP (è considerato tale nonostante i dieci pezzi in scaletta) in questione. I remix mescolano le melodie dei Julie’s con ritmi downbeat, un po’ di drum’n’bass ammuffita, beat hip hop, zompettanti spunti dancefloor-oriented e qualche incursione electro un tantino più sperimentale. L’impressione, purtroppo, è che a divertirsi siano (stati) solo quelli che si sono impegnati a rielaborare, sconvolgere, sminuzzare i brani originali. Una pubblicazione evitabile, diciamo così. Ma a tutti sono concessi dei passi falsi, giusto?
Autore: Daniele Lama