#ApranzoconBabette: continua la collaborazione tra FO e Le Assaggiatrici con la recensione di “La torta in cielo”.
Una celebre novella firmata da Gianni Rodari, trasformata in un film cult, poco noto al grande pubblico e ancora per poco disponibile nel catalogo di Raiplay, Una pellicola importante, una critica feroce, coraggiosa e militante firmata da Lino Del Fra di Michela Aprea
Il racconto è contenuto, tra gli altri, nella raccolta “Le parole della fantasia”, Einaudi Ragazzi (24 euro). Fu pubblicato per la prima volta nel 1966, sempre da Einaudi, con le illustrazioni di Bruno Munari.
L’idea, si racconta nel documentario “Gianni Rodari, il profeta della fantasia”, gli venne in seguito ad una conversazione con un uomo venuto dagli States, di cui l’autore di Omegna ben presto dimenticò i contorni. Serbò soltanto l’espressione “pie in the sky” che cominciò a lievitare come un panetto nella fantasia dello scrittore.
Secondo Robert Allen Palmatier, autore di “Food: A Dictionary of Literal and Nonliteral Terms” l’espressione “Pie in the sky” è relativamente giovane. Fu inventata agli inizi del secolo scorso da Joe Hill, leggendario militante del sindacato degli Industrial Workers of the World, accusato di omicidio e ingiustamente condannato al patibolo dal governo dello Utah. Hill è l’autore della canzone The Preacher and the Slave, parodia del brano In the Sweet By and By. Suoi sono i versi “Work and pray, live on hay / You’ll get pie in the sky when you die”: sùdati il pane, vivi di stenti e avrai la torta in cielo. La versione di Hill, bardo dei militanti dell’IWW, sarebbe in seguito entrata nel parlato indicando qualsiasi tipo di promessa irrealistica: un po’ come gli asini che volano…
Da quell’espressione nacque l’intenzione di scrivere una storia che fu elaborata insieme agli alunni della maestra Maria Luisa Bigiaretti, nelle scuole elementari Collodi della borgata del Trullo, a Roma. Luogo in cui sarà ambientato anche il film, che è di qualche anno dopo, il 1973. La regia è di Lino Del Fra, autore poco noto, premiato nel 1961 alla Mostra Internazionale di Venezia per il cortometraggio Fata Morgana sul fenomeno dell’emigrazione di meridionali verso le fabbriche e le cittadine del nord.
Il lungometraggio “La torta in cielo”, 90 minuti di festoso delirio, ripercorre fedelmente il racconto rodariano, facendo però emergere in maniera forte l’anima più profonda del maestro nato ad Omegna, quella pacifista, comunista, refrattaria ad ogni sopraffazione, impegnata nella costruzione di un mondo più equo e migliore. Poco noto al grande pubblico e ancora per poco disponibile nel catalogo di Raiplay, quella firmata da Del Fra è una pellicola importante e impegnativa: una critica feroce, coraggiosa e militante, anche esteticamente in linea con la produzione cinematografica dell’epoca.
Sorprendente l’interpretazione di Paolo Villaggio, per una volta nei panni dell’oppressore invece che dell’oppresso: quelli di un gerarca, intento a combattere il nemico alieno con tutti i mezzi a disposizione dell’Esercito. Vedremo uniti nel combattere una torta gigante improvvisamente piovuta dal cielo: Industria, Scienza, Stampa, Esercito e poi vedremo la povera gente, come il papà di Rita (Daniela Minniti) e Paolo (Massimo Cacchiani), il vigile Meletti (Umberto D’Orsi), obbedire ottusamente a poteri altrettanto ottusi. Solo i bambini e soprattutto la curiosità della piccola Rita riusciranno a scoprire l’arcano e a svelare la realtà che gli adulti un po’ per dolo un po’ per comodità, preferiscono tenere celata.