Gli aMute sono un progetto che gravita intorno al belga Jerome Deuson, praticamente musicista e arrangiatore unico del gruppo, di volta in volta coadiuvato da Stephane Fedele al basso e batteria, Julie Canbier, Jenna Robertson ed altri. La filosofia di Deuson è quella di un progetto aperto al conributo di altri strumentisti, lo stile è quello di una ricerca musicale che si può definire sperimentalismo elettronico, ma senza eccessi intollerabili (anche se in questo album, il secondo lavoro a firma Amute, si rintraccia qua e là un po’ di autocompiacimento creativo), ispirato, vagamente, ai Radiohead di Kid A o agli attualissimi Sigur Ros, insomma con una buona dose di sana struttura strumentale. L’album è di sicuro interesse: pezzi come Hit my Country, o Oh le Zeppelin!, reggono abbastanza bene anche il peso di certi esperimenti puri, ad esempio The floating Boat, o Disco flags are all around you, come tali forse un po’ meno digeribili per l’ascoltatore abituato alla classica struttura-canzone.
Le recensioni sono state ottime, e qua e là l’album è stato segnalato come uno tra i migliori del 2006. Difficile azzardarsi a tanto, ma sicuramente c’è della qualità emergente nelle melodie sperimentali di questo giovane musicista che corre l’Europa da ovest a est per le sue esibizioni live, che toccheranno tra l’altro anche l’Italia in aprile. Bisognerà vedere se l’impianto dei pezzi dal vivo sarà in grado di riprodurre la stessa atmosfera suadente che si diffonde nei momenti migliori del disco. Su questo forse ancora possono lavorare molto gli Amute, per rendere le loro track non delle semplici intuizioni preziose ma dei veri e propri pezzi strutturati dall’inizio alla fine.
Autore: Francesco Postiglione