Spulciando nelle classifiche dei migliori dischi dell’anno appena trascorso, tra glialbum più citati c’era “This Stupid World” (Matador Records) degli Yo La Tengo, che ha confermato la statura artistica del trio di Hoboken, che da quasi quarant’anni a questa parte, può essere considerato come una delle band che ha saputo rappresentare al meglio i suoni dell’alternative rock.
Lo scorso mese di novembre Ira Kaplan, Georgia Hubley e James McNew, hanno pubblicato, in versione digitale, un EP, accompagnato dal video completo, che riprende in toto la loro esibizione Bunker Studio di Brooklyn, New York. Un modo per consentire a tutti i fan di assaporare quello che il trio propone nei concerti a supporto dell’ultimo album.
Com’era facile prevedere ben quattro brani su cinque fanno parte di “This Stupid World”: “Sinatra Drive Breakdown“, “Aselestine“, “Fallout“, “Apology Letter“, ai quali il trio ha aggiunto per creare un finale pirotecnico, “Stockholm Syndrome“, brano che può essere annoverato tra i classici del trio e che in origine venne pubblicato nel 1997 nell’album “I Can Hear The Heart Beating As One”.
Anche The Bunker Session si apre con l’ipnotica “Sinatra Drive Breakdown” alla quale viene tolta un po’ di quella “pesantezza” presente nella versione su disco. A seguire arriva “Aselestine” brano in cui le variazioni rispetto al disco sono quasi impercettibili, anche se la chitarra sembra più limpida. “Fallout” non fa che confermare anche in questa versione spinta l’impressione avuta ai primi ascolti dell’album e cioè quello di trovarci davanti ad un brano perfetto per quello che era il suono che proponevano le college radio negli anni Novanta, dove questa canzone poteva diventare una hit clamorosa e lanciare gli Yo La Tengo verso un successo ancora più globale.
“Apology Letter” in questa versione live mostra reali differenze rispetto all’originale in studio non fosse altro perché i suoni di chitarra prendono il posto di quelli realizzati con l’organo, mostrando l’altra faccia di un brano che resta sempre ben messo a fuoco.
Il mini live si chiude come già detto con una versione di “Stockholm Syndrome” che risulta molto più brillante rispetto a quella pubblicata sull’album del 1997 e con al centro un assolo di chitarra molto “sonico” che prova a “sporcare” l’andamento pop del brano. In definitiva ci troviamo davanti ad un ottimo compendio di “This Stupid World” o se vogliamo ad una chiave di accesso al meraviglioso mondo sonoro di Yo La Tengo.
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photo credit: Cheryl Dunn
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