Newyorkese di Brooklin, Samara Lubelski si è formata musicalmente in piccoli gruppi underground americani quali Pacer, Sonora Pine, Hall of Fame e Metabolismus, soprattutto come violinista; qui in Europa – a Stoccarda esattamente – ha iniziato ad incidere questo suo secondo disco solista che esce a 3 anni dal precedente ‘The Fleeting Skies’, ed ancora una volta ritroviamo il suo pop psichedelico ovattato, fatato ed orchestrale.
Inevitabile il confronto con la sua stella polare: i Belle & Sebastian luccicanti dell’esordio “Tigermilk” in piccoli gioiellini di pop barocco morbidamente semiacustici con tromba, violino e flauto quali ‘Magic Winding’, ‘Sister Silver’ o ‘Broken Links’, o arricchiti di fuzz ed organo (‘Lick’n’Leap’, ‘Road to Misfortune’), ed i sussurri di questa bruna ragazza americana dall’aria un po’ sfigata che secondo me si nasconde dietro questo tipo di musica così soft non mostrandoci tutta la consistenza della sua voce, ricordano molto Isobel Campbell (ormai fuori dai Belle & Sebastian ed in questi giorni all’esordio solista accompagnata da Mark Lanegan), e Lisa Germano, Tara Jane O’Neill (con la quale Samara suonò tanti anni fa nei Sonora Pine, e con la quale ha condotto un tour in Autunno attraverso gli Usa) o Shannon Wright (meno per il canto, magari, ma anch’ella è una valida polistrumentista amante dei suoni analogici).
Dopo Stoccarda, le incisioni sono poi proseguite a New York, dove è avvenuto il lavoro più importante: “rinforzare” il violino di Samara attraverso arrangiamenti per quartetto d’archi e fiati (soltanto in alcune canzoni) con risultati spesso entusiasmanti; così ‘Snow White feathered Man’, ‘Caravan’ o ‘Fired to’ sono episodi in grado di dare una buona lezione di stile ai tanti fanatici del glitch pop da cameretta fatto con le tastierine “casio”, poichè in ‘Spectacular of Passages’ spesso s’ottengono – tramite le più intriganti vie analogiche – risultati di maggior spessore.
Per far questo sono stati una quindicina i musicisti necessari in studio, e tra essi anche un chitarrista di 35 anni prematuramente scomparso nel 2004, durante le incisioni: Marc Moore, alla cui memoria il disco è dedicato.
Manca ancora qualcosa nella sua formula, ma Samara Lubelski si svela come nome nuovo del pop mondiale.
Autore: Fausto Turi