Reduci dal successo di Stumpwork, eletto nono miglior disco del 2022 da MOJO e The Line of Best Fit, nel 2022, i londinesi Dry Cleaning sono ritornati sui loro lavori iniziali per promuoverli al pubblico. Prima un EP di inediti nel 2023, Swampy, e poi adesso le ristampe di Boundary Road Snacks and Drinks e Sweet Princess (su label ), che dall’ 8 marzo 2024 sono stati rimasterizzati in un unico LP per celebrarne il rilascio agli inizi di carriera, Nella versione unita in vinile c’è anche un bonus single, originariamente una demo dell’album New Long Leg, ovvero Strong Feelings, registrata a suo tempo durante le sessioni di Boundary Road Snacks and Drinks.
La band londinese, del chitarrista Tom Dowse, con Nick Buxton alla batteria, Lewis Maynard al basso, e Florence Shaw alla voce – già in passato artista visuale, e pittrice – è nata nel 2017 sotto gli auspici dell’indie rock. Nel tempo, anche grazie alle influenze di Feelies, the Necessaries, B52s hanno spaziato dal garage rock all’alternative, senza mai perdere il talento per la melodia.
L’EP di debutto di sole sei tracce fu nel 2018 Sweet Princess con la produzione di Kristian Craig Robinson. Dopo i primi live show a Dalston al Shacklewell Arms, la band rilasciò altre sei canzoni nell’EP Boundary Road Snacks and Drinks. Oggi questa ristampa fa gustare di nuovo lo spirito degli esordi della band, quando il loro suono era più grezzo di quel che poi sarebbe maturato in Stumpwork, e che ha fatto dire alla rivista Under the Radar “questo non è il debutto di una band post-punk, ma l’inizio di un genere post-ogni cosa”.
Di certo è difficile collocare i Dry Cleaning in un genere netto: l’intro di basso e le successive chitarre e batterie di Dog Proposal sembrano un classico inizio punk, ma il parlato di Florence smentisce subito la collocazione di genere. Stessa cosa per Viking Hair: sembra di trovarti di fronte a una canzone dei Pixies nella loro forma più ispirata, ma il parlato di Florence cita però Nico dei Velvet Underground. Spoils è un pezzo più hard, mentre Jam After School è decisamente più leggero.
Sombre One poi confonde e rimescola ogni definizione: senza dubbio il pezzo più singolare dell’EP Boundary Road, è costruito su sole quattro note su cui Florence non parla nemmeno ma sussurra.
Ecco, se c’è qualcosa che i Dry Cleaning degli esordi, molto diversi da Stumpwork, ricordano davvero è quella geniale congiunzione di intenti che ci fu tra Velvet Underground e Nico per un breve periodo: siamo nel XXI secolo, in una congerie musicale completamente diversa, eppure Sombre One sembra ricordarci che la musica attraversa epoche e generazioni, e può sempre darci emozioni primarie.
Anche Sweet Princess, il primo vero esordio in assoluto dei Dry Cleaning, è spiazzante e indefinibile in più punti: Goodnight è decisamente punk, New Job è invece una canzone autenticamente indie. Mentre Traditional Fish è psichedelica, alla maniera, si intende, in cui può esserlo una canzone rock dell’epoca post-moderna. Phone Scam è introversa, mentre Conversation potrebbe essere una canzone dei Cure degli esordi negli anni ’80 in versione femminile.
Geniali a più riprese, per quanto sempre molto semplici nella struttura delle canzoni, i Dry Cleaning devono il loro successo e la loro musica soprattutto al sound delle chitarre così attentamente lavorato da Dowse, e alla bravura, in fase di struttura, del bassista Maynard, a cui sono ben note le trame di basso degli anni ’80.
Per i fan italiani c’è l’occasione questa estate di ammirarli il 4 giugno a Ferrara, al Festival Ferrara sotto le Stelle, ed è una occasione da non perdere per chi ama l’indie rock nella sua forma più genuina.
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