Si muovono con grande discrezione nel mercato discografico, ma allo stesso tempo hanno una grande ambizione e grandi possibilità di sfondare a livello internazionale, i Matinée, quartetto di Pescara, formato da Luigi Tiberio (voce e chitarra), Alfredo Ioannone (basso e voce), Giuseppe Cantoli (chitarra) e Mattia Pompei (batteria e voce). Nati come tribute band dei Franz Ferdinand, apprezzatissimi da questi al punto da esserne diventati amici, hanno deciso di emanciparsi da i loro mentori e poco più di un mese fa i Matinée hanno pubblicato l’Ep “The modern EPness”, per la Elevator, etichetta interna allo studio di registrazione di Senigallia Red House Recordings, e distribuito dalla Jestrai. Il gruppo abruzzese si muove per passi piccoli ma efficaci, dato che ha già pronto un album intero, ma strategicamente aspetta di farlo uscire per vedere come vanno le vendite dell’Ep, al momento soddisfacenti, grazie anche all’esposizione televisiva, dato che il video di “If you’re gone” è in rotazione su Mtv Brandnew e a breve lo sarà su RockTv, MusicBox e Matchmusic.
Da quanto tempo vi siete formati?
Noi quattro suoniamo insieme diversi anni, ma abbiamo costituito la nostra identità di gruppo come tribute band dei Franz Ferdinand un paio d’anni fa quando abbiamo deciso di chiamarci Matinée. Eravamo così fedeli agli originali che li imitavamo anche nel look e parlavamo esclusivamente in inglese. La band inglese, ha visitato il nostro sito, ha apprezzato il nostro stile e ci ha suggerito di inviare loro del materiale. Così gli abbiamo spedito due loro cover “This fire” ed “Eleonor puts his boots” che hanno apprezzato molto. Nel 2006, finalmente li abbiamo potuti conoscere a Torino, dove hanno suonato al Traffic Festival. Siamo stati tutto il giorno insieme e nella conferenza stampa hanno ufficializzato che eravamo la loro tribute band. Questo ci ha favorito moltissimo, perché da allora abbiamo potuto fare molti concerti, che è la nostra dimensione ideale, e abbiamo potuto suonare in alcuni dei principali club italiani: il Cube di Roma, dove hanno suonato anche loro, l’Extra di Recanati, il Mamamia di Senigallia ed altri. Già due anni fa avevamo cominciato a suonare brani nostri ed in una di queste serate abbiamo conosciuto Antonio Piazza del Red House che ci ha spinti a fare questo Ep. La spinta è giunta anche dagli stessi FF, infatti, dopo i sei concerti nei club ci siamo fermati per scrivere brani nostri.
Quale genere suonate e perchè?
Suoniamo indie-rock di derivazione britannica. Non definirei la nostra musica brit-pop, perché è morto, ma inevitabilmente ci sentiamo figli degli anni ’90 per alcune sonorità, ma anche della disco come la usano sia i Block Party, sia i Gang Of Four, non a caso il richiamo funky è cercato ed ostentato nei nostri brani.
Qual è il vostro background musicale?
Prima di essere Matinée ci chiamavamo Do it e facevamo esclusivamente cover dei gruppi che ci piacevano e ci piacciono vale a dire proto brit-pop come gli Stone Roses e Charlatans e brit pop puri come Supergrass, Blur, Radiohead. In ogni caso, andando nello specifico, Alfredo ha più un’anima anni ’80, quindi preferisce Tears for Fears e Japan, Giuseppe è più melanconico e va matto per Pink Floyd, Coldplay, Muse ed Interpol; Mattia è più legato agli anni ’70 dei Genesis con Peter Gabriel in formazione, mentre il mio background è quello inglese del periodo che va dalla metà degli anni ’90 ai primi del 2000, con lo shoe gaze, i Charlatans ed il mio gruppo preferito è una band indie e underground: gli Shed7. Viviamo in un periodo di grazia nel quale ci sono tanti gruppi interessanti e per me l’ispirazione più immediata è quella delle tastierine anni ’80, come le hanno riprese in Italia anche gruppi come gli Atari, ma anche band come i Block Party, tutti quei gruppi che suonano la disco, ma con chitarre sporche.
Come presentereste il vostro recente lavoro ad un neofita di musica?
Il nostro Ep lo presenterei come un prodotto accessibile a tutti. Nella nostra musica ci sono richiami sia ostentati che omogenei, che ha al suo interno richiami rock’n’roll, funky e beat dei ’60.
Siete soddisfatti del lavoro fatto in studio?
Si, soprattutto per il budget impiegato. La masterizzazione è stata fatta da Antonio Piazza al Red House, mentre la registrazione è avvenuta in uno studio abruzzese con pochissimi soldi. L’ep sta andando molto bene, soprattutto considerato quanto abbiamo speso.
Che tipo di gestazione ha avuto il disco?
Lo abbiamo concepito su spinta dei Franz Ferdinand. Ormai da un circa un anno e mezzo siamo solo Matinée, abbiamo abbandonato totalmente le cover e le serate in omaggio ai FF.
Avete già pronti dei nuovi brani?
Veramente abbiamo già pronto un disco intero di dieci brani, penso che uscirà per la primavera del 2009. Abbiamo deciso di aspettare di farlo uscire, in accordo con la Elevator e la Jestrai, per vedere come va l’EP, che attualmente sta riscontrando un soddisfacente successo, così come il video del singolo “If you’re gone”. La scelta di aspettare la pubblicazione del disco è dettata anche dall’evitare di bruciarci subito, l’Ep è una vetrina che dovrebbe lanciare il disco.
Qual è la vostra modalità di comporre i brani?
Noi scriviamo tutti e quattro, quindi nel sound emerge necessariamente una mancanza di omogeneità e questo si sente, dato che ci sono menti diverse che lavorano ad uno stesso brano, che è dunque la sintesi di molta musica. Tra noi non c’è un componente che impone il brano, certo i testi li scriviamo io e Luigi, ma la musica è frutto di un lavoro collettivo, inoltre che abbiamo la particolarità di cantare in tre su quattro, non c’è un cantante principale, abbiamo un approccio molto beatlesiano.
Perché vi siete affidati ad un’etichetta indipendente?
Perché ha creduto in noi. Abbiamo suonato molto dal vivo e questo ci ha dato credibilità, tanto è vero che è stata l’etichetta a cercarci. Il fatto che suoniamo tanto ed in inglese è risultata una scelta azzeccata, tanto è vero che siamo stati apprezzati dai FF e ad aprile abbiamo anche fatto un mini tour in Germania, dove ci torneremo in estate, quando suoneremo anche ad Ibiza e Dublino.
Come vedete il futuro del mercato discografico?
Come dice Bugo “dappertutto c’è crisi”. A parte le battute, in Italia la situazione è nera, ma allo stesso tempo è vero che i gruppi ci sono, che i concerti si fanno e si sta radicalmente cambiando direzione, perché se prima si facevano i concerti per tirare le vendite, adesso è vero il contrario, vale a dire che si fanno i cd per avere pubblico ai concerti. Sicuramente il classico negozio di dischi è destinato a scomparire in favore di negozi virtuali. In ogni caso continuano a nascere gruppi ed alcune realtà vengono premiate. Penso anche alla nostra situazione, dato che siamo nati solo due anni fa e adesso, oltre ad essere stati apprezzati da uno dei più importanti gruppi internazionali abbiamo un video su Mtv. L’interesse per la musica di qualità quindi continua ad esserci e consideriamo che la situazione se è tragica nel nostro paese, non lo è a livello mondiale.Autore: Vittorio Lannutti
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