Dal 2 al 12 settembre torna la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il più longevo dei festival del cinema europei. Poker di italiani in gara. Leone d’oro alla carriera al francese Bertrand Tavernier.
Che sia il segnale di una ritrovata vitalità produttiva e creativa? Fatto sta che l’Italia, dopo la tripletta presentata a Cannes, rilancia alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia consegnando al giudizio della giuria presieduta quest’anno dal regista messicano Alfonso Cuaron, ben quattro pellicole. Insieme a Cuaron, a comporre il parterre di giudici, lo scrittore Emmanunel Carrère, l’attrice e modella tedesca Diane Kruger, il regista taiwanese Hou Hsiao-hsien e il regista italiano Francesco Munzi.
APERTURA CON EVEREST Ad aprire il festival, è l’anteprima di Everest di Baltasar Kormákur, con Jason Clarke, Jake Gyllenhaal, Josh Brolin, John Hawkes, e Robin Wright. Girato tra Roma (a Cinecittà) e il Trentino Alto Adige, per il film dell’islandese Kormákur sono state realizzate scenografie inedite e innovative nella piscina esterna degli Studios romani. È lì, dove Martin Scorsese ha realizzato alcune scene di Gangs of New York che è stato ricreato il campo base della spedizione raccontata dal film. Una storia vera, avvenuta nel 1996 in cui, tra gli altri, perse la vita l’alpinista Scott Fisher. Ad interpretare lo scalatore, il cui corpo venne ritrovato soltanto nel 2010, è Jake Gyllenhaal, mentre Michael Kelly interpreta il sopravvissuto Jon Krakauer, autore del libro “Aria sottile” da cui è tratta l’opera. Il film, disponibile in 2 D E 3D, sarà nelle sale italiane a partire dal 24 settembre.
I NUMERI DEL FESTIVAL Sono cinquantacinque i lungometraggi scelti (sui 3193 titoli visionati) per la Selezione Ufficiale del Festival: ventuno i film in concorso, diciotto le pellicole proposte dalla sezione Orizzonti, il concorso internazionale dedicato a film rappresentativi di nuove tendenze estetiche ed espressive; sedici le opere fuori concorso (di cui nove documentari). I cortometraggi presentati al Lido sono invece 16, tutti presentati nella sezione Orizzonti. E’ la Francia con ben 23 titoli, tra produzioni e coproduzioni, a presentare il maggior numero di opere al festival veneziano. Nella scuderia francese, i lungometraggi di alcuni dei maggiori cineasti contemporanei da Aleksandr Sokurov con Francofonia ad Amos Gitai con Rabin, the Last Day.
Diciannove le pellicole made in U.S.A. presentate al Lido. Tra i titoli prodotti o coprodotti dagli Stati Uniti, oltre al già citato Everest, The Danish Girl di Tom Hooper, Heart of a Dog della musicista e performer Laurie Anderson e Anomalisa, il film d’animazione firmato da Charlie Kaufman (sceneggiatore di Se mi lasci ti cancello e Confessioni di una mente pericolosa) e Duke Johnson, realizzato in stop motion. Ben dodici le pellicole coprodotte o prodotte in Italia dal Festival.
GLI ITALIANI IN GARA Sono quattro i registi italiani a contendersi il Leone d’Oro. Torna al Lido, il veterano Marco Bellocchio, in gara con il film Sangue del mio sangue. Ambientato tra il Seicento e l’epoca attuale, ha per protagonista Federico, un giovane uomo d’armi, sedotto come il suo gemello prete da suor Benedetta che verrà condannata ad essere murata viva nelle antiche prigioni di Bobbio. Nello stesso luogo, secoli dopo, tornerà un altro Federico, sedicente ispettore ministeriale, che scoprirà che l’edificio è ancora abitato da un misterioso conte, che vive solo di notte. Il film girato proprio a Bobbio, paese d’origine del regista, ha per protagonisti: Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio, Filippo Timi e Alba Rohrwacher.
È liberamente ispirato al noir francese La piscina (del 1968, con Alain Delon e Romy Schneider), A Bigger Splash di Luca Guadagnino (Io sono l’amore). Il film racconta dell’incontro di una coppia formata da una famosa rockstar (Tilda Swinton) e un giovane fotografo (Matthias Schoenaerts) con un ex compagno della donna (Ralph Fiennes) e la sua giovane figlia (Dakota Johnson).
È firmato da un esordiente, seppur “palestrato” dal premio Oscar Paolo Sorrentino per cui è stato più volte assistente alla regia, il film L’attesa di Piero Messina. Protagonista del film una coppia di donne interpretate da Juliette Binoche e Lou de Laâge.
Torna al cinema, quasi vent’anni dopo Giro di lune tra terra e mare, Giuseppe Gaudino. Il regista puteolano sarà al Lido con Per amor vostro, interpretato da Valeria Golino.
Erano sei anni che la Mostra del cinema non aveva quattro titoli italiani in concorso. L’ultima volta fu difatti nel 2009, quando in gara insieme a Baaria di Giuseppe Tornatore, furono presentati Il grande sogno di Michele Placido, La doppia ora di Giuseppe Capotondi e Lo spazio bianco di Francesca Comencini.
C’è tanta Italia però anche oltre la sezione dei film in concorso. Tra questi, il postumo Non essere cattivo di Claudio Caligari, regista di culto noto per Amore Tossico, i documentari Gli uomini di questa città io non li conosco di Franco Maresco e L’esercito più piccolo del mondo di Gianfranco Pannone e le opere, presentate nella sezione Orizzonti, Pecore in erba di Alberto Caviglia e Italian Gangsters di Renato De Maria.
VENEZIA CLASSICI Il Belpaese primeggia anche nella sezione dei classici con ben cinque lungometraggi e due documentari in rassegna. Sono ben 20 i lungometraggi presentati in Venezia Classici, di cui 18 restaurati. Tra questi ben 8 documentari sul cinema.
Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini; I Mostri di Dino Risi; Amarcord di Federico Fellini; Scala al Paradiso di Michael Powell e Emeric Pressburger, alcune delle opere restaurate presentate durante la kermesse veneziana.
LEONE D’ORO ALLA CARRIERA Il riconoscimento alla carriera è destinato quest’anno al francese Bertrand Tavernier. La decisione è stata presa dal Cda della Biennale presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera che ha motivato così la scelta: “L’insieme dei suoi film costituisce un corpus in parte anomalo nel panorama del cinema francese degli ultimi quarant’anni. Non riconducibile alle istanze più radicali della Nouvelle Vague, nonostante le iniziali e assidue frequentazioni critiche di alcuni fra i suoi esponenti, né riduttivamente assimilabile alla Tradizione della Qualità, di cui peraltro ha mantenuto alcuni tratti distintivi sapientemente innovati: l’attenzione per la solidità narrativa, la cura nella costruzione dei personaggi, l’attitudine all’introspezione psicologica, la presenza costante di un substrato letterario. In Tavernier, l’importanza attribuita alla dimensione artigianale del mestiere si compenetra di altre due componenti: l’amore per il cinema classico americano, del quale ha assimilato la capacità di fare spettacolo senza rinunciare a una dimensione espressiva, e l’innata passione per i temi politici e sociali, che conferiscono al suo cinema caratteristiche personalissime e originali”.
Bertrand Tavernier ha concorso due volte per il Leone d’Oro: nel 1986 con Round Midnight – A mezzanotte circa (che ha ottenuto l’Oscar per la colonna sonora e la nomination per il protagonista, il sassofonista statunitense Dexter Gordon) e nel 1992 con il poliziesco Legge 627. Nel 1974 ha ricevuto l’Orso d’argento al Festival di Berlino per il suo lungometraggio d’esordio L’orologiaio di Saint-Paul, tratto da Simenon. Nel 1984 ha ottenuto il Premio per la miglior regia al Festival di Cannes per Una domenica in campagna.
MANIFESTO DEDICATO A TRUFFAUT Ma è ad un altro francese che è ispirato il manifesto della settantaduesima edizione della mostra: si tratta di François Truffaut e del suo alter ego Antoine Doinel / Jean-Pierre Léaud. In primo piano, però, spicca il volto di un’icona del cinema d’autore degli Anni Ottanta, Nastassja Kinski. Anche quest’anno a curare l’idea grafica e la realizzazione della locandina il marchigiano Simone Massi. Premiato col David di Donatello 2012 per il miglior cortometraggio, Massi è l’autore della sigla che dal 2012 introduce le proiezioni ufficiali della Mostra di Venezia. È fra gli ultimi pionieri dell’animazione “a passo uno” e ha all’attivo oltre 200 premi vinti nei principali festival nazionali e stranieri, oltre a essere ritenuto uno dei più importanti autori di cortometraggi di animazione a livello internazionale.
Per maggiori informazioni sul festival: www.labiennale.org
Per visionare il programma completo, clicca qui: http://www.labiennale.org/it/cinema/72-mostra/film/
autrice: Michela Aprea